Miserie

Roberto Saviano, insulti a mezzo governo. Ma a lui tutto è concesso

Alessandro Gonzato

Due pesi e due misure. Roberto Saviano insulta premier, ministri e chiunque non la pensi come lui, e rimane in Rai. Filippo Facci scrive su Libero della ragazza che ha denunciato il figlio di La Russa, la sinistra accusa il collega di «sessismo», e dalla Rai viene ostracizzato prima di metterci piede. Non invochiamo la cacciata di Saviano, ma allora è stato ingiusto cacciare Facci. Niente Facci Vostri, che dovevano andare in onda a settembre prima del Tg2, rimpiazzati da 15 minuti in più dei Fatti Vostri. Ma nessun problema per Insider-faccia a faccia con il crimine, in ondaa  novembre su Rai3 Saviano con sicumera narrerà la malavita, chissà se citerà anche Matteo Salvini che di nuovo ieri ha definito su Twitter «il ministro della Mala Vita», scrivendolo staccato, artificio (inutile) già usato in passato da Saviano per coprirsi dietro il saggio di Gaetano Salvemini incentrato sui rapporti tra la società italiana di inizio ‘900 e Giovanni Giolitti.


VELENO E BALLE
Stavolta l’oracolo di Spaccanapoli (e non solo) ha scritto: «Ma quando passerà al ministro della Mala Vita il vizio di mentire? In ogni sede, anche giudiziaria, è stato chiarito che Carola Rackete non ha mai compiuto nessun atto ostile e che anzi ha agito nel rispetto della vita umana». Questo per rispondere al post di Matteo Salvini: «Dallo speronare motovedette italiane della Guardia di Finanza alla candidatura con la sinistra è un attimo. Auguri e viva la democrazia!». Saviano ha replicato: «Che faccia tosta!». Ma che faccia di bronzo ha Saviano. Nessun giudice, nemmeno la Cassazione ha negato che la capitana Rackete neo-candidata al parlamento europeo con la sinistra tedesca (Die Linke) abbia speronato con la sua Sea Watch la motovedetta della Finanza per sbarcare i migranti. E ha aggiunto, Saviano: «Le bande parlamentari che difendono Salvini sono la forza delle sue menzogne». Già, le sue. «Io stesso», ha proseguito l’oracolo partenopeo, «ormai attendo invano che si degni di venire a testimoniare in un processo che lui stesso ha iniziato e che mi vede imputato da anni, ostaggio della sua querela, mentre lui accampa scuse pur di non venire in tribunale a dare conto delle sue continue e ripetute falsificazioni della realtà».


Saviano, sempre mentre pontificava in Rai pagato dagli italiani esattamente come sarebbe stato pagato Facci, aveva già dato del «buffone» a Salvini, ministro e vicepremier, ma non si era mosso nessuno per rimuoverlo da Che tempo che fa, ad esempio - tempo di fasci e camicie nere, si capisce - dove predicava con l’amico-pretino Fazio il quale ha finto di essere stato cacciato dalla Rai dai fascistacci del governo e invece si era già accordato per andare a guadagnare di più a Discovery.
Altro insulto di Saviano a Salvini, «bastardo», anzi, «bastardi», rivolto anche al futuro presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Piazzapulita su La7 (ed è per questo che il frignante Saviano è a processo), intervistato da Corrado Formigli. Allora il baffone di Sandro Ruotolo ex giornalista Rai e ora consigliere di Elly Schlein non si era inumidito per l’indignazione, come invece è successo per l’articolo su Libero di Facci. Nessuna richiesta di proscrizione per Saviano. Facci pur difendendo il contenuto del suo articolo ha detto che la frase incriminata non la riscriverebbe in quel modo («Risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa»).

Saviano invece è sempre andato fiero dei suoi improperi, li rivendica ogni volta che ne ha l’occasione. Tra le tante accuse ai rappresentanti di centrodestra delle istituzioni, ancora contro Salvini, quella di essere il «mandante dei fatti di Macerata»: era il 2018 e Luca Traini sparò ad alcuni passanti stranieri nella stessa zona in cui erano state trovate le valigie col corpo fatto a pezzi di Pamela Mastropietro. Ma a Mister Gomorra tutto è concesso. Anche dare del «galoppino siciliano» a Gennaro Sangiuliano (sempre nel 2018), attuale ministro della Cultura. Per Saviano era il «galoppino» di Nicola Cosentino, ex esponente di Forza Italia condannato per Camorra.

LA CULTURA
La grillina Barbara Floridia oggi presidente della Commissione Vigilanza Rai, tra i primi a sinistra ad accusare Facci di «sessismo», quando Saviano dava della «bastarda» alla Meloni si apprestava a diventare sottosegretaria all’Istruzione, e alle domande delle Iene- quando era già sottosegretaria all’Istruzione - «quando è stata scoperta l’America?» rispondeva: «Mille... Oddio adesso non mi fotti... Fermatevi un attimo, non mi ricordo... intorno al 1400 ovviamente». Floridia ha chiesto la testa di Facci perché «il rispetto di determinati princìpi è alla base della convivenza civile e del concetto stesso di servizio pubblico. Mi aspetto una presa di posizione seria e rigorosa da parte dell’azienda», ma non si riferiva alla scoperta dell’America. Facci non poteva andare in Rai perché «è omofobo», e la Rai è «la prima industria culturale del Paese».