L'intervista

Meteo, Mario Giuliacci: "Basta terrorismo, ecco chi le spara grosse"

Alessandro Gonzato

Colonnello Giuliacci, ogni estate «non faceva così caldo da cinquant’anni», poi da settanta, ottanta, ormai per certi giornali e tg è sempre «l’estate più calda di sempre».
Stavolta hanno indovinato? «No. Giugno è stato sotto la media, è piovuto tanto. Quindi anche se luglio, e non lo diventerà, sarà il più caldo di sempre e fosse così anche agosto, facendo la media dei tre mesi non verrebbe fuori assolutamente l’estate più calda di sempre».

Ma se tutti o quasi dicono «caldo record»: 40 gradi qua, 45 là...
«Se davvero fossero stati i valori reali e costanti sarebbe stata una strage di anziani, un’ecatombe. Al Nord invece siamo arrivati a 35, a Firenze e Perugia 36-37.
L’unica città del centro in cui in queste ore potremmo arrivare effettivamente a 40 è Roma. Discorso a parte per certe zone della Sardegna e della Sicilia. Me lo lasci dire: ormai siamo allo stupidario meteorologico».

Ha 82 anni e ancora il fuoco sacro del lavoro, Mario Giuliacci, una vita nell’Aeronautica Militare, prima a capo del centro meteorologico dell’aeroporto Milano-Linate, colonnello laureato in Fisica alla Sapienza di Roma, professore universitario, poi nel ’92 fondatore del centro Epson Meteo. Oggi cura il sito meteogiuliacci.it, per tredici anni è stato il volto delle previsioni del tempo di Mediaset, poi affiancato dal figlio, Andrea, che ne ha seguito le orme. «Fin da subito gli ho consigliato di stare molto attento all’uso delle parole, di non cercare il sensazionalismo. Negli ultimi tempi, a parte pochissimi casi, è una gara a chi le spara più grosse, tra siti, giornali e tivù».

Parla dello stupidario?
«Sì. Mi spiega cosa significa “tempesta di caldo”?»

Ce lo dica lei.
«Non vuol dire niente. È stata poi diffusa una bufala incredibile...».

Quale?
«“Arrivano i 50 gradi su mezza Europa: Italia, Francia, Spagna!” Ma io dico: sarebbe la fine del mondo!»

E com’è nata questa bufala?
«Parte da un rapporto dell’Agenzia spaziale europea che il 13 luglio, attenzione, ha effettivamente rilevato temperature superficiali di 47-48 gradi nelle ore centrali, ma si tratta appunto di temperature prese al suolo, che non c’entrano niente con quelle dell’aria, altrimenti sarebbe stato da titolare sì sulla fine del mondo. La temperatura va misurata a 2 metri d’altezza, all’ombra, distante almeno 5 metri dalle case e se possibile sopra a un prato. Se uno mette la mano sull’asfalto di gradi ne sente anche 60, 70, ma quella non è meteorologia. Come quelli che mostrano le colonnine attaccate alle farmacie o addirittura i gradi rilevati dalla macchina, ma dai!».

Altre espressioni tratte dallo stupidario?
«“Manifestazioni temporalesche”: cos’è, scendono in piazza i temporali? “Cielo coperto con nubi alte e stratificate”: ma chissenefrega se sono alte, di’ che è nuvoloso. “Tempo variabile”: lei cosa capisce? “Tempo incerto”: ma come fa un meteorologo a dire “tempo incerto”, ma scusa che mestiere fai? Questo stupidario esiste davvero, l’avevo attaccato in ufficio per i miei collaboratori».


Torniamo agli allarmi di questi giorni.
«Rischiano di spaventare gli anziani: leggono e sentono in tivù che ci sono 45-50 gradi e pensano “così vado al creatore”. Sanno tutti che il maggior numero di decessi tra chi è avanti con gli anni come me si verifica in estate, dai 10 ai 20mila in più rispetto alle altre stagioni, ma se si beve regolarmente acqua e si evita di andare al supermercato nelle ore più calde si vive tranquillamente. E invece molti media non hanno più rispetto per il pubblico. Terrorizzano e non pensano alle conseguenze. È la meteorologia urlata. Sviliscono la professione. Ai miei collaboratori ripeto sempre: “Se dite caldo record vi licenzio”».

È corretto parlare di «emergenza caldo»?
«Sopra i 34-35 gradi si entra nel disagio psicofisico, riguarda soprattutto gli anziani. Ma ripeto: se ci ricordiamo di bere, perché a una certa età lo stimolo della sete è minore, e quando usciamo mettiamo un cappello non c’è tutto questo pericolo. Ecco, ribadisco, non è il caso di uscire nella fascia centrale del giorno».

“Caronte”, “Cerbero”, il caldo estivo ha nomi spaventosi... «L’anticiclone africano è sempre lo stesso. È come se io Mario vado a Roma e mi chiamano Giuseppe. Si sono inventati anche questo: tutto fa scena ormai. Io non potrei mai adattarmi a questa moda, ne andrebbe della mia professionalità e della mia credibilità. Per fare il meteorologo devi essere laureato in fisica con specializzazione in fisica dell’atmosfera. E quali media hanno i fisici? Pochissimi. A Canale5 per esempio, il sito Meteo.it, poi il mio... Mi lasci aggiungere una cosa...».

Prego.
«“Ondata di caldo del secolo”... Ma quale? Allora, ripeto: non c’è nulla di eccezionale al centro-Nord, mentre al Sud, in Sicilia e in Sardegna il numero di località che da qui al 26 agosto supereranno i 40 gradi potrebbe essere il più elevato di sempre, questo sì. L’anno scorso 13 città, quest’anno potrebbero essere 20, ma il “record” al massimo sarà quello lì».

Quali saranno le zone più calde?
«La Puglia, il Materano, il Potentino, la provincia di Taranto, il Crotonese, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Catania, Caltanissetta, Siracusa, poi le province interne della Sardegna. Ma niente cinquanta gradi, nessuna fine del mondo, non finirà quest’estate, ve lo assicuro».