Nel mirino
Roberto Vecchioni, fango sui La Russa: "Mi hanno rubato anche le mutande"
"Mi hanno preso davvero di tutto, anche le mutande". Dopo venticinque anni Roberto Vecchioni sente l'esigenza di raccontare anche la sua esperienza con la famiglia La Russa. L'assist glielo ha offerto con una battuta Andrea Scanzi sul palco de “La Gaberiana”, il festival organizzato a Firenze e dedicato al ricordo di Giorgio Gaber, e il cantautore non ha fatto fatica a riportare la memoria indietro nel tempo e a rivelare l'inedito che riguarda sua figlia e un altro dei rampolli del presidente del Senato, Geronimo. “È passato tanto tempo e la posso raccontare, anche perché ormai è andata in prescrizione”, ha premesso Vecchioni, che non ha mai pronunciato esplicitamente il nome La Russa. La storia risale al 1997, quando sua figlia aveva 14 anni e organizzò una festa in casa con alcune amiche. Durante la festa, iniziò ad arrivare molta gente, sia minorenni che maggiorenni. Vecchioni, nel raccontare l'accaduto, sorride tra l'amarezza e il surrealismo di ciò che successe. "Hanno spaccato un bel po' di roba. Mi hanno preso davvero di tutto, anche il portasigari, ma sono andati addirittura a rubarmi le t-shirt e le mutande. Non ho capito perché le mie mutande... un feticismo assoluto", scherza il cantautore.
Vecchioni denunciò il fatto e alcuni dei responsabili furono identificati. Tra loro, "c'era anche un ragazzo di nome Geronimo", il figlio del politico Ignazio La Russa. Tuttavia, secondo Vecchioni, le responsabilità di Geronimo sembrano essere state "perdonate" dagli inquirenti, nonostante vi fossero prove certe che lo coinvolgevano direttamente. "È tutto finito in una bolla di sapone", ha detto Vecchioni. E infatti nessuno fu formalmente accusato di alcunché. Durante l'indagine, il cantautore ebbe un confronto diretto con Geronimo e con una donna che lo accompagnava. Racconta Vecchioni: “La signora mi guarda e fa: ‘Ma anche lei perché non mette la roba in cassaforte?”.