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Berlusconi, la lettera "M": la coincidenza clamorosa che segna la sua vita

Brunella Bolloli

In una memorabile edizione di Atreju, era il 12 settembre 2010, l’allora premier Silvio Berlusconi spiegò ai giovani riuniti ad ascoltarlo i segreti del suo successo con le donne: «Guardate che io ho la fila di quelle che mi vogliono sposare». E giù applausi. Alla Meloni sorridente accanto a lui sul palco: «Giorgia, credo anche di sapere perché». Pausa. «Primo: sono simpatico». Gridolini di incitamento. «Secondo: ho un po’ di grano». Risate. «Punto terzo: la leggenda dice che ci so fare». Ovazione. «Quarto», gran finale: «Pensano “quello è vecchio, poi eredito tutto io”.». Folla conquistata dal presidente in versione seduttore. Sulle donne, Berlusconi non si è mai risparmiato: battute, gag, complimenti diretti e indiretti, alcuni forse al limite del buon gusto e dunque flagello per le veterofemministe convinte che ogni apprezzamento del leader azzurro fosse da condannare come sessista. Come quando per guadagnare i voti delle casalinghe nei comizi citò le «massaie che vanno al mercato». O quando, per conquistare gli imprenditori americani, disse a Wall Street: «Venite a investire in Italia, abbiamo le segretarie più belle del mondo». Esternazioni che, con il politically correct di oggi, gli avrebbero procurato una lapidazione sui social. La natura dell’uomo, però, era così: irrefrenabile, ottimista, galante con ampie sfumature dongiovannesche fino alle note vicende che, purtroppo, gli sono costate processi e guai giudiziari.

 

 


Il Cavaliere azzurro amava circondarsi di tante belle dame, ma le figure femminili che hanno inciso davvero nella sua vita si contano sulle dita di una mano e sono le donne di famiglia, dalla madre alle figlie. Mamma Rosa era la roccia a cui Silvio si aggrappava ogni giorno, dovunque fosse la chiamava e finché la signora Rosella Bossi in Berlusconi stava bene (è morta nel 2008, a 97 anni) il lunedì a pranzo era tutto per loro. Silvio è stato il primogenito, nato un anno dopo le nozze con il marito Gino. Una donna minuta con una volontà da gigante, come quando incinta, in treno, difese un’amica ebrea minacciata da un militare tedesco. Così piccolina mise il suo pancione dinanzi al fucile del soldato: «Spara pure. Ma guarda le facce intorno, non esci vivo da qui». La vinse lei. Tra tutte, Mamma Rosa ha sempre avuto un posto speciale, era il fiore più profumato del bouquet privatissimo di Silvio, la sua prima fan, la sua inflessibile consigliera nei momenti decisivi. «Se pensi che sia la cosa giusta, falla», gli disse quando lui le comunicò l’intenzione di scendere in campo. La signora viveva a Milano al sesto piano di un condominio in viale San Gimignano e sotto di lei abitava la secondogenita Maria Antonietta (Etta), la sorella riservata, appassionata di danza, scomparsa un anno dopo la mamma e legatissima a Silvio e Paolo.


IN DIFESA DELL’UOMO
Viale San Gimignano è un posto importante per il fondatore di Mediaset. Nel 1965 è nella chiesa a pochi passi da lì che sposa Carla Elvira Dall’Oglio, una ragazza della provincia di Mantova, di quattro anni più giovane. Tra i due è stato il classico colpo di fulmine: dodici mesi e poi l’altare. Il 10 agosto del ’66 la nascita di Maria Elvira, detta Marina, la predestinata, la manager, presidente di Mondadori e Fininvest, diventata nel tempo la persona più vicina all’ex premier al punto da considerarla una confidente, la migliore amica, la sua vera erede sulla scena imprenditoriale. Qualcuno vorrebbe Marina erede anche della scena politica del Cav, sebbene la primogenita abbia sempre detto no preferendo una leadership da capitana d’azienda radicata nel tessuto lombardo (lei ha ricevuto l’Ambrogino d’oro e lo ha dedicato a papà Silvio a cui, invece, è stato negato), lontana dai giochi di palazzo.

 

 

È Marina che fa scudo al leader di Fi dagli attacchi dei nemici: in poche, selezionate interviste lo difende dalla «aggressione» portata avanti «da parte della magistratura» e dai giornali di De Benedetti. È soprattutto grazie a Marina, e alla «tenacia» presa dal genitore, che il patriarca Berlusconi è riuscito a mantenere un rapporto civile, e perfino di affetto, con Carla, nonostante la fine del matrimonio. Nel 1980, infatti, Silvio vede Veronica Lario a teatro e se ne invaghisce. Le nozze nel ’90 e la nascita dei tre figli: Barbara, Eleonora e Luigi. L’ultimo amore di Berlusconi è stata Marta Fascina. La 33enne deputata è la “quasi-moglie” che non ha mai abbandonato il consorte, specie nei giorni tristi della malattia. Tra lei e Marina un patto di rispetto reciproco per onorare Silvio. Il 29 settembre, per il compleanno del suo uomo, Marta ha noleggiato un aeroplanino che volò sopra Villa San Martino srotolando lo striscione con la scritta “Silvio amore mio”. Un volo che adesso, malgrado tutto, continuerà. Sulle ali del ricordo.