Egemonia culturale

Giordano Bruno Guerri umilia Fazio e Annunziata: "Dopo vent'anni..."

Giordano Bruno Guerri, storico, presidente del Vittoriale, spiega che "l'egemonia culturale" è un "fatto storico, non si può neppure discutere. Subito dopo la guerra la Dc ha deciso di disinteressarsi della cultura, lasciandola a Togliatti, e rivendicando per sé il controllo di altri fenomeni sociali importanti. Così il Pci si è impossessato della cultura", spiega in una intervista a La Stampa. Mentre gli intellettuali "di destra si sono rattrappiti, hanno avuto difficoltà a trovare ruoli nella università, giornali, televisione, radio". 

 

 

Persino quando nel 1994 è arrivato al potere Silvio Berlusconi le cose non sono cambiate. Il Cav "si è tenuto le televisioni e la cultura di massa. Il resto lo ha lasciato alla sinistra" e così "anche sotto Berlusconi la cultura alta di destra è rimasta orfana. Pera, Melograni e gli altri professori avevano aderito e poi hanno mollato quando hanno capito che non c'era niente da fare. È un dato indiscutibile che ci sia stata questa egemonia e che duri tuttora, perché il sistema è rimasto lo stesso". 

Ora però, osserva Giordano Bruno Guerri "mi sembra che l'orientamento stia cambiando. Stanno nascendo dei nuovi personaggi. Osho, per esempio, è estremamente popolare e non è di sinistra. E se questo governo dura dieci anni, come io credo, ne salteranno fuori in tanti". Lui di sicuro è stato ostracizzato: "Io vengo considerato molto a destra perché mi sono occupato di fascismo. Nel libro su Bottai, scritto nel 1976 e che dopo 47 anni ancora si trova in libreria negli Oscar, per la prima volta si è detto che era esistita una cultura durante il fascismo. E questo mi ha provocato questo marchio di essere di destra, se non addirittura fascista. E sono cose che si pagano. Io le ho pagate".

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe


Inoltre, "la parola fascismo appartiene alla storia. Non si dovrebbe usarla se non in quel contesto. Il fascismo è fatto di leggi liberticide che oggi non ci sono e di controllo assoluto sulla società che oggi non c'è. E io non vedo neanche nessun segno che ci possa essere. In questo senso mi preoccupano molto di più la finanza internazionale, gli algoritmi e l'Intelligenza Artificiale. Quelli sì che sono rischi di 'fascismi'". Per quanto riguarda la Rai e in particolare gli addii di Fabio Fazio e Lucia Annunziata, conclude, "mi sembra legittimo e normale non rinnovare il contratto a Fazio, dopo vent'anni. La Annunziata ha presto una posizione politica. Legittima anche quella".