colpo di teatro
Lucia Annunziata si candida col Pd? Il sospetto dietro l'addio alla Rai
Nel giorno in cui il Cda Rai vara le direzioni dei Tg e dei generi, Lucia Annunziata lascia l’azienda. In una lettera rivolta ai vertici, la conduttrice di Mezz’Ora in più annuncia: «Vi scrivo per comunicare le mie dimissioni. Dimissioni irrevocabili». Argomentando così la decisione: «Non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare- aggiunge- non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestate a governare». E ancora: «Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale: giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni».
LA CONFERMA
Una iniziativa che suscita immediate reazioni. A partire dall’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio. Secondo quanto filtra, avrebbe espresso «sincero dispiacere» per l’accaduto, tuttavia ricordando che la sua prima iniziativa in Consiglio di Amministrazione è stata «il via libera a poche produzioni per la prossima stagione autunnale, tra le quali Mezz’ora in più». Sergio avrebbe auspicato che Lucia Annunziata «possa completare il suo ciclo di trasmissioni e che ci possano essere nuove occasioni di incontro». Dunque c’è una nuova interruzione nel percorso professionale di Lucia Annunziata in Rai. Iniziato a metà degli anni ’90, collaborando al programma Linea Tre. Un cammino senz’altro prestigioso. Ha guidato infatti il Tg3 per due anni, tra il 1996 e il 1998, in epoca prodiana. Dopo un periodo fuori azienda, dove fonda l’agenzia di stampa Apbiscom, torna a Viale Mazzini nel 2003, nel ruolo di presidente, per un anno. Nel 2005 c'è l’esordio di In Mezz’Ora, format della domenica pomeriggio che, poi aumentato di minutaggio e con un nuovo nome, Mezz’Ora in più, si è protratto fino alla stagione attuale. L’uscita dalla Rai della giornalista ha subito coinvolto il dibattito politico. Con il Pd che parte lancia in resta a sua difesa. Le dimissioni, twitta la deputata Chiara Gribaudo, «sono un atto di protesta serio e allarmante. Le nomine del governo trasformano la tv pubblica in Tele Meloni, con tanti saluti al pluralismo. Il giornalismo libero è base della democrazia».
IRA DELL’OPPOSIZIONE
La capogruppo alla Camera Chiara Braga osserva: «Si manifesta sempre più il rischio che professionalità unanimemente riconosciute, culture e letture della realtà, espressioni della diversità vengano completamente cancellate». Ciò scritto nonostante il programma di Annunziata fosse stato riconfermato. Comunque, i dem non si risparmiano in iperboli: «Dopo Fazio- osserva Alessandro Zan - anche le dimissioni di Lucia Annunziata confermano il clima da liste di proscrizione in Rai che perde l’ennesima professionista di prestigio. La destra, che usa il potere come armadi imposizione politica e culturale, dimostra tutta la sua insicurezza».
Detto per inciso, anche l’addio di Fazio è stato volontario. Ancora, il Senatore Dario Parrini tuona: «La destra sulla Rai sta agendo non da governo che gestisce ma da regime che occupa». E il senatore dem Francesco Verducci parla di «clima pesante di epurazione. C’è un allarme gigantesco sul rispetto del pluralismo e dell’autonomia». Di «grave perdita per il servizio pubblico» parla invece la presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia, del Movimento 5 Stelle, che aggiunge: «Perdere una giornalista così autorevole è sicuramente un depauperamento per l’informazione e per i cittadini».
Un tono molto istituzionale che, anche considerando il ruolo, non attacca a testa bassa il governo. Reazioni, poi, anche dal centrodestra. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto osserva: «La Annunziata io la conosco da una vita, mi dispiace che lasci la Rai, ma non sapevo neanche che fosse dipendente Rai... l’ho scoperto dal fatto che lascia la Rai». La prende con ironia Maurizio Gasparri: «Mi sorprende questa decisione di Lucia Annunziata. Del resto si era già dimessa molti anni fa da presidente della Rai e poi è tornata in azienda. Siamo quindi alle seconde dimissioni. Frutto di sua autonoma scelta. Quindi attendiamo il suo secondo ritorno e poi casomai le terze dimissioni. Non c’è due senza tre».