La scrittrice e il tumore

Michela Murgia, la rivelazione di Cazzullo: "Non ha escluso di essere odiata"

Aldo Cazzullo, dopo l'intervista a Michela Murgia, in cui la scrittrice sarda ha rivelato di avere un tumore al quarto stadio, risponde così nella sua rubrica delle lettere sul Corriere della Sera ai tanti lettori che gli hanno scritto. "La maggior parte dei lettori esprime ammirazione per il rigore asciutto con cui Michela Murgia ha dato la notizia. Qualcuno non le perdona di aver criticato Giorgia Meloni, che mi pare abbia risposto in modo efficace. Come ha commentato Guia Soncini, la cosa migliore che si possa fare per una persona che sta morendo è continuare a trattarla come da viva". 

 

 

Michela infatti, prosegue Cazzullo, "non vuole essere compatita; e non ha escluso la possibilità di essere odiata, oltre che amata". "È una donna forte, ha la durezza e la dolcezza della sua Sardegna. Se fosse vissuta due secoli fa nel Dakota, sarebbe stata il capo di una tribù irriducibile, di quelle che preferivano lanciarsi a cavallo contro il Settimo cavalleria piuttosto che farsi chiudere nelle riserve", osserva il giornalista. E il suo libro, Tre ciotole, "è un libro importante, che resterà".

 

 

Del resto, conclude Cazzullo, "non c’è nulla di esibizionista nella scelta dell’autrice. Tutto è letteratura. E politica. Nel nostro tempo, spesso la malattia è stata celata come una vergogna. La morte è stata esorcizzata, nascosta. Non è più una morte pubblica, come un tempo; quando una persona illustre scompare si accenna appena a una 'lunga malattia' o a una 'breve malattia'. Ma dopo il Covid è più difficile. Perché la morte è entrata nella vita, e non possiamo più ostinarci a negarlo".