Con che faccia?

Rula Jebreal, la sconcertante frase della nemica di Israele

Alessandro Gonzato

Qual è il colmo per una filo-palestinese che contesta e attacca lo Stato di Israele? Cinguettare su Twitter che «a 55 anni dalle leggi razziali la teoria xenofoba della sostituzione etnica rimane un caposaldo dell’ideologia della destra italiana». E aggiungere che «la rettifica del ministro: non siamo razzisti ma ignoranti è smentita da anni di fomentazione, odio razziale e perenne riabilitazione del fascismo».

La filo-palestinese è Rula Jebreal, ex pupilla di Michele Santoro, prezzemolina su temi mediorientali ma non solo, nata 49 anni fa ad Haifa (Israele) e cresciuta in Palestina, prima di far fortuna in Italia nei talk-show militanti. È stata perfino ospite d’onore a Sanremo, Rula, e tre anni dopo ancora non s’è capito a che titolo ma vabbè. Parla di odio “delle destre”, la dottoressa Jebreal, per la quale Haifa non è in Israele ma in Palestina. Collabora o collaborava col canale americano Msnbc, e da quel microfono ha accusato i media statunitensi di essere «ridicoli oltre che disgustosamente e schifosamente di parte».

Anzi, collaborava, l’abbiamo verificato in rete. Sarebbe stata allontanata dall’emittente, questa la sua versione, perché per lei Netanyahu riceveva troppa visibilità, perché ha detto che sui canali americani c’erano troppo pochi commentatori e pensatori di origine araba, e se l’era presa anche col malcapitato conduttore che da quello che s’è capito aveva il difetto - difetto per lei ovviamente - di essere ebreo.

 

La Rula che accusa il governo di razzismo è la stessa che appena cade un bomba o un missile su Israele interviene per dire che i cattivi non sono i palestinesi, che sono stati provocati, che è un’azione difensiva e avanti così. La pensi come vuole, la Jebreal, che abbiamo conosciuto anche al parlamento europeo fianco a fianco e in posa con l’ex euro-dem Antonio Panzeri, che da lì a poco sarebbe diventato il “dominus” del Qatargate, mazzette in cambio di voti e pareri favorevoli a Qatar, Marocco e Mauritania, ma lei in questa storia non c’entra nulla.

È però quantomeno bizzarro che sia la suddetta ad affermare che la destra fomenta l’odio, quando ogni occasione per lei è buona per sganciare missili verbali su Israele. Come dimenticare poi quando Rula, lingua armata dei radical -chic, aveva sparato fango a potenza massima sul defunto padre di Giorgia Meloni - l’obiettivo naturalmente era la neo -premier- ricordando vecchie storie di droga, padre che la Meloni peraltro non vedeva da quando era bambina. Che poi, scusate: «a 55 anni dalle leggi raZziali»? Ma che calendario ha Rula Jebreal?