L'assassino
Cesare Battisti, il lamento dal carcere: "Nemmeno il quartino di vino"
Cesare Battisti, all'ergastolo per due omicidi firmati dai Proletari armati per il Comunismo, è detenuto nel carcere di Parma. Non è sottoposto al 41bis come l'anarchico Alfredo Cospito, e nemmeno al regime di Alta sicurezza, eppure chiede condizioni di vita più umane. Stare in galera non è come stare in hotel, ma l'ex terrorista Battisti non lo accetta e così ha scritto a mano tre pagine in cui elenca una serie di lamentele che ha rese note l'agenzia Agi. Tra queste il diritto al "quartino", la dose giornaliera di vino che gli veniva garantito anche quando era rinchiuso nel circuito ad Alta sicurezza. E ancora: "È negato o ostacolato regolarmente il diritto a otto ore di colloquio mensili con i figli minori", scrive Battisti, "è negato il diritto di chiamata telefonica libera e illimitata agli avvocati difensori". Battisti denuncia che gli viene negata le prese elettrica in cella per uso del computer, la luce notturna per lettura o scrittura, le fotocopie e le stampanti, e perfino l'uso completo del telecomando". Privazioni che sono del tutto normali nella stragrande maggioranza delle prigioni italiane, ma che secondo Battisti sono il segno di "ostilità ingiustificate" nei suoi confronti.
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L'ex terrorista rivendica anche il diritto a tenersi in forma fisicamente e per questo vorrebbe un campo sportivo, un luogo per passeggiare diverso da quello che gli è concesso "insalubre, privo di sole, muschio e ghiaia sciolta, dimensioni ridicole". Allo stesso modo chiede che possa usufruire di una palestra decente visto che quella che ha a diposizione ha "lo spazio ridotto a quello di due celle, sguarnita e accessibile solo una volta alla settimana". Altrettanto difficile per Battisti dedicarsi alla salute dello spirito: "Negato accesso e permanenza in biblioteca, stessa indegna di questo nome", "negata sala hobby".