A Otto e Mezzo
Giannini riscrive il codice penale per i migranti: "Non sono reati"
L’intera puntata di Otto e Mezzo, la trasmissione di La7 condotta da Lilli Gruber, è stata incentrata su Giorgia Meloni e sul tema dell’immigrazione. La discussione è partita dall’intervento in Senato della premier, con Massimo Giannini che a un certo punto ha lasciato di stucco i telespettatori “riscrivendo” il codice penale. Il direttore de La Stampa ha raccontato di aver visitato un carcere, e in particolare il settore dei detenuti “critici”.
“C’erano molti ragazzi immigrati irregolari e clandestini - ha dichiarato - si erano macchiati di non reati, non avevano i documenti in fase di riconoscimento o resistenza a pubblico ufficiale, il tutto con disturbi psichici legati alla permanenza nei centri in Libia”. Insomma, la resistenza a pubblico ufficiale non può proprio essere definita un “non reato”… Tralasciando questo aspetto, Giannini non ha risparmiato critiche alla Meloni: “Ci ha abituati in pubblico all’alternanza tra i toni solenni dell’istituzione e quelli dell’underdog, come lei stessa si è definita. Oggi è andato puntualmente in onda lo stesso schema”.
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“All’inizio - ha sottolineato il direttore de La Stampa - abbiamo visto la Meloni rappresentare con una certa solennità la sua idea dell’Italia, tutto ciò in cui questa destra crede. Poi sono intervenuti gli esponenti delle opposizioni e nella replica lei si è trasformata ed è ripartita a testa bassa. La cifra caratteristica di questo governo è l’auto-definirsi in funzione degli avversari. I migranti sono l’ossessione della Meloni e delle destre in generale. La situazione è preoccupante perché gli sbarchi sono triplicati, ma se c’è una cosa per la quale esprimere un cordoglio, che tutt’ora non è stato espresso, è la tragedia di Cutro”.