L'analisi
Vespa: "Meloni? Prima volta che succede", rivelazione sul premier
Bruno Vespa ha preso le parti di Giorgia Meloni per quanto concerne la politica estera e il sostegno incondizionato all’Ucraina. Il viaggio a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky è stato molto significativo, ma è stato anche caratterizzato da un “incidente” legato allo scontro a distanza tra il presidente ucraino e Silvio Berlusconi, che sostanzialmente lo ha accusato di essere la causa della guerra in corso da un anno.
“Per la prima volta - ha fatto notare Vespa nell’editoriale su Il Giorno - un presidente del Consiglio deve tenere la barra dritta garantendo agli alleati internazionali che la posizione del governo italiano resta leale nonostante le riserve dei due partner di maggioranza. È vero che sia la Lega che Forza Italia hanno sempre votato i provvedimenti per l’invio di armi all’Ucraina, ma le dichiarazioni di Salvini (no Zelensky a Sanremo) e soprattutto quelle di Berlusconi dimostrano che la frattura esiste. È una frattura in sintonia con almeno metà dell’opinione pubblica italiana che non vorrebbe che l’Italia inviasse armi nell’illusione che questo possa contribuire alla pace”.
Vespa ha rimarcato che interrompere l’invio di armi sarebbe un clamoroso autogol, dato che isolerebbe l’Italia nel contesto internazionale. Di conseguenza l’atlantismo della Meloni è “l’arma migliore per accreditarci in continuità” con Mario Draghi. “È impensabile - ha aggiunto Vespa - che nell’Europa del XXI secolo un Paese democratico possa essere invaso impunemente. E anche se può sembrare assurdo, solo sul campo di battaglia possono costruirsi le condizioni per arrivare al tavolo della pace. Che non può portare l’Ucraina ad accettare che le vengano tolti per sempre almeno i territori conquistati dai russi nell’ultimo anno”.