irritanti

Cospito, gli amici non sono anarchici ma rompiballe

Vittorio Feltri

Da anni gli anarchici erano scomparsi dalla vita pubblica e nessuno li rimpiangeva. Si pensava, forse ingenuamente, che costoro si fossero ritirati a vita privata, sconfitti dalla logica e dalla loro totale mancanza di vedute politiche. Invece da alcuni giorni, profittando del suicidio al rallentatore di Cospito (non ancora avvenuto, ma non bisogna avere fretta in questi casi) gli sparuti gruppi dei matti ostili ad ogni gerarchia sono resuscitati e provano a riaggregarsi facendo un casino infernale in alcune città finalizzato a togliere il loro capetto dal cosiddetto 41 bis ossia il carcere duro, che in effetti fa schifo, essendo una forma raffinata di tortura.

 

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Gli anarchici sui loro cartelli pubblicitari scrivono che le galere, belle o brutte, vanno abolite tutte. Programma ambizioso e abbastanza stolto. Infatti se un cittadino commette un reato dove lo metti se non dietro le sbarre? In discoteca, allo stadio o in casa tua? Essi mi risponderebbero che in realtà sono contrari alla reclusione sadica, e qui non hanno torto. Anche io che sono un conservatore (in un Paese in cui non c’è nulla da conservare se non la propria salute) non sopporto che un carcerato sia trattato come un topo in gabbia, ma questo è un discorso diverso che non c’entra nulla con la protesta violenta organizzata dai buzzurri che pretendono di abbattere lo Stato senza sapere con cosa sostituirlo. Se intendono che il loro amico Cospito sia trasferito in una cella più ospitale comprendiamo: è una buona intenzione che personalmente condivido, ma non vedo come si possa ottenere l’adempimento di tale aspirazione andando in giro a sfasciare tutto quanto capita a tiro, arredi urbani, negozi, bar e quant’altro. Inoltre non si comprende quali siano le finalità che gli anarchici (che puzzano di vecchio lontano un chilometro) si propongono di realizzare.

 

 

Non hanno un piano, non hanno una organizzazione: si limitano a dar fuori di matto senza capire che il loro modo di agire è il migliore per non combinare nulla di buono. L’unico consiglio che meritano di ricevere è molto semplice: invece di andare in giro a c**o nelle città per distruggere ciò che funziona, comprese le strutture del commercio che c’entrano con Cospito quanto me, cioè zero, si riuniscano in una stanza e discutano per chiarirsi le idee su quali problemi intendano agire onde risolverli. Attualmente non c’è un solo italiano che sia informato su cosa diavolo volete. In attesa che facciate chiarezza sulle ambizioni che covate cercate per favore di non rompere i coglioni alla brava gente che lavora per guadagnarsi il pane. Non se ne può più della vostra indisciplina che turba l’esistenza a tutta la gente, me compreso. Vi chiedo un favore, mandatemi qui a Libero un documento in cui siano elencate le pretese che avete, magari potrei tentare di diffonderle.