Le lacrime
Gad Lerner, Storace: l'odio gli fa dimenticare la storia della Meloni
Ogni giorno ha la sua supercazzola ed è Gad Lerner che mantiene alta la media. Il suo pare un bisogno fisico di tirare fuori polemiche fondate sul nulla che caratterizzano il suo "pensiero". Quelle lacrime versate da Giorgia Meloni per l'Olocausto gli hanno offuscato il cervello nella parte ancora funzionante. La premier si è emozionata per davvero al Museo Ebraico di Roma per la cerimonia di accensione della Chanukkià. E ha detto che «l'identità e le tradizioni del popolo ebraico hanno attraversato i millenni ed è stata proprio questa capacità ad aver reso il popolo ebraico così resiliente pur avendo attraversato tante difficoltà e tante atrocità compresa l'ignominia delle legge razziali».
Ha sbagliato ad esprimere questa opinione, professor Lerner? Non può spiegarlo, Lerner, che appare come quei personaggi che hanno bisogno di un revolver personale a formadi personal computer con cui sparare sul bersaglio di giornata. Il dolore manifestato dalla presidente del Consiglio riconosciuto anche dalle più alte personalità della comunità ebraica, gli hanno riacceso il livore che lo caratterizza. Se a destra si riconosce - e non da oggi - il sacrificio di un popolo, questo gli impedisce di ragionare.
L'ULTIMO GIAPPONESE - Il punto più ridicolo, Gad Lerner lo raggiunge misurando emozione e commozione con l'anagrafe. Siccome la premier ha 45 anni, egli si manifesta come l'ultimo giapponese rimasto a scrivere sciocchezze prendendosi persino il lusso di sentenziare, vergandolo sui social, che «come minimo che la sua è una commozione tardiva». A 45 anni la Meloni non si può permettere emozioni su una tragedia.
La condanna delle leggi razziali nel mondo della destra italiana ha radici antiche. Ribadirla in quel luogo ha un valore indubitabilmente più nobile e questo avrebbe dovuto apprezzare Lerner, che invece preferisce la demonizzazione. Perché si sa, a quelli come lui piacerebbe un modello di destra trinariciuta, pronta a esaltarsi per il sacrificio del nemico: e Lerner si sente improvvisamente a nudo nello scoprire che la realtà contraddice clamorosamente il meccanismo che gli inceppa ogni capacità di comprensione.
Parla pure di Almirante, questo tardocomunista del tempo nostro, pur di dare addosso alla Meloni, e non sa quante divisioni sul tema ci furono persino nell'epoca del Msi, dove la fronda era semmai quella filopalestinese e non quella più vicina ad Israele. Intere sessioni di quello che allora si chiamava Comitato centrale, dove i delegati si accapigliavano nel sostenere le opposte ragioni. Ma la bilancia pendeva sempre dalla parte israeliana. E molto di più con Alleanza nazionale l'orientamento di amicizia con lo Stato ebraico fu ancora più evidente.
Ma Lerner finge di non conoscere questa storia di amore per la democrazia e per la verità. E anzi, afferma che «dichiararsi amica di Israele non basta a rimuovere le colpe storiche del razzista Almirante di cui essa fino a ieri rivendicava l'eredità politica». Almirante razzista? È la solita favoletta che semmai punta a rimuovere persino gli omaggi di diversi presidenti della Repubblica italiana rivolsero al leader missino scomparso.Lerner si erge come al solito a censore di ciò che non sa, fustiga chi mette nel mirino, perché non conosce la virtù altrui.
Lui, che non ha mai fatto mea culpa per quanto di orrendo ha scritto, si mette a sindacare sulle lacrime di una donna che non ha mai fatto mistero della sua vicinanza ad un popolo colpito dalla tragedia dell'Olocausto. E dalle atrocità del comunismo staliniano, che a Lerner nessuno deve aver raccontato.
In questo caso non si accende nessuna lampadina nella sua testolina, tutto viene occultato, la propaganda miscelata all'odio di parte è più importante della verità storica.
FALSITÀ ASTORICHE - Certamente non è questo polemista sempre più impopolare per la sua pretesa di insegnare tutto a tutto a potersi atteggiare a giudice di chi considera un avversario politico. No, non c'è analisi quando Lerner scrive, ma solo faziosità che si abbatte persino verso chi non ha nulla da doversi far perdonare. Il suo pare un livore assolutamente cieco, davvero insopportabile. C'è solo da chiedersi, ormai, quando questo signore deciderà di entrare nel Terzo millennio e smetterla di raccontare falsità indigeribili.