Il professore

Alessandro Orsini, "William J. Ampio": figuraccia senza precedenti

Clamorosa gaffe per Alessandro Orsini. Il professore è caduto nella trappola di "Google traduttore" mentre stava registrando un video per il proprio canale Youtube. A far notare questo errore enorme a tutti è stato il giornalista Antonio Talia su Twitter. Nel filmato in questione, Orsini spiega il cosiddetto "memorandum di Budapest" del 1994. E per chiedersi se la Russia lo abbia violato o meno, al minuto 1:15 cita l'articolo di un certo "William J. Ampio", pubblicato dal New York Times. Orsini fa anche lo spelling dell'autore, "a-m-p-i-o". 

 

 

 

Peccato però che quello non sia affatto il cognome dell'autore dell'articolo. Un altro utente Twitter, Parabellum, ha fatto notare come sul New York Times non scriva nessun "William J. Ampio". Ci scrive, invece, William J.Broad, già premio Pulitzer. Cosa è successo quindi? Il traduttore automatico, in sostanza, ha tradotto il cognome "Broad" con "ampio". E il professore non è riuscito a riconoscere l'errore. 

 

 

 

Orsini stava leggendo un articolo, servendosi allo stesso tempo di Google Translate per tradurre in maniera istantanea dall'inglese. Ai propri ascoltatori, però, diceva: "Qui continuo a tradurre al volo dall'inglese, scusate per qualche pausa...". "Se Orsini non ha gli strumenti cognitivi per capire l'errore nella traduzione automatica di un articolo, come potrà riuscire a decifrare e poi spiegare il contenuto dell'articolo stesso?", si è chiesto Talia.