oltre l'assurdo

Otto e Mezzo, Montanari insulta Meloni: "Odia i poveri e li vuole punire"

Tomaso Montanari non si smentisce e nella puntata di Otto e Mezzo in onda lunedì 5 dicembre su La7 fornisce a Lilli Gruber una teoria tutta sua sulla Manovra. In vista del faccia a faccia tra Giorgia Meloni e i capigruppo della maggioranza proprio sulla legge di Bilancio, il direttore dell'Università per gli Stranieri di Siena ci va giù pesante: "La sostanza della Manovra era obbligata, ma quello che cambia sono gli accenti simbolici".

 

 

Eccoli dunque: "Questi vanno in due direzioni: da una parte aprire le maglie e ammiccare all'evasione fiscale dicendo 'sarà tollerata più evasione', dall'altra c'è un vero e proprio odio per i poveri". L'esempio? Per Montanari l'idea del governo di abolire il reddito di cittadinanza. Quanto basta a far pensare al professore che ci sia da parte del presidente del Consiglio "un atteggiamento punitivo, lo ha dimostrato anche aggiungendo il 'merito' all'Istruzione". 

 

 

Insomma, "è un esecutivo che lavora per i ricchi a discapito dei poveri". Una teoria fuori dal mondo quella di Montanari, tanto che Massimo Cacciari non si trattiene. Anche lui ospite di La7, perde le staffe: "Quando si parla bisogna avere onestà intellettuale. Non si può sempre dire che questa manovra odia i poveri o che la Meloni odia i poveri. Ci sono misure che vanno nella direzione di dare sostegno al reddito. Il concetto dei poveri sono sempre più poveri non può essere ripresentato tutte le volte". Ma lo storico dell'arte proprio non ne vuole sapere. 

 

Qui l'intervento di Montanari a Otto e Mezzo sulla Manovra