Legittimi sospetti

Paolo Mieli, incontro Meloni-Calenda? "Un avvertimento agli alleati"

"A cosa è servito l'incontro con Carlo Calenda? Giorgia Meloni ha voluto lanciare un avvertimento agli alleati". Parola di Paolo Mieli, che ospite di Tagadà dà una sua versione del faccia a faccia tra il leader di Azione e la premier. Per il giornalista "non ci saranno sorprese in futuro, ma siccome Forza Italia e Lega mandano continui messaggi subliminali di antipatia nei confronti della Meloni, lei va all'insegna dell'"io non sono ricattabile, qualsiasi scherzaccio avete in mente, io ho due alternative'".

 

 

E quell'alternativa è proprio Calenda che - ricorda l'editorialista del Corriere della Sera nella puntata di giovedì 1 dicembre - "porta con sé anche una buona parte del Pd". Sempre su Calenda Mieli si è già espresso a elezioni concluse. L'eurodeputato, proprio per le continue minacce alleate, definiva l'esecutivo della Meloni un governo tutt'altro che duraturo. Di diverso parere il giornalista: "Nella profezia è implicito che poi si dovrebbe andare verso un governo di unità nazionale e qui c'è la grande differenza rispetto al passato, perché è il partito guida della coalizione - ossia Fratelli d'Italia - che è il più responsabile".

 

 

Insomma, Calenda non ha mai escluso un governo di unità nazionale e dopo l'uscita contro Forza Italia molti retroscenisti hanno ipotizzato che Azione possa prendere il posto del partito di Silvio Berlusconi. Tesi ampiamente smentita dai diretti interessati che hanno a loro volta attacco l'eurodeputato accusandolo di essere "un personaggio politicamente instabile, e l'instabilità in chimica porta anche ad esplosioni, a fenomeni gravi".