Sul Foglio
Giuliano Ferrara: "Perché mi ha spiazzato", rivelazione sulla Meloni
Si dice "spiazzato" e "sorpreso" da Giorgia Meloni. "C'era certo della retorica e una certa vanità personale", scrive Giuliano Ferrara su Il Foglio, "ma non è stato un discorso demagogico, ha parlato in bianco e nero, senza spreco di colori. Niente di tossico, di trumpiano, per una che si professava ammiratrice di Bannon e di Vox". Il fondatore del quotidiano diretto da Cerasa osserva che "prima dei diritti sovrani della nazione" ha messo "i diritti di un governo politico che si vuole pragmatico e che di un
governo politico di coalizione correrà tutti i rischi. Non ha minacciato i famosi diritti, non ha messo in causa Dio Patria e Famiglia", sottolinea Ferrara. La Meloni invece "ha presentato la riforma presidenzialista con un tono sicuro ma dialogante" e "si è posta in continuità con la politica estera e le alleanze di guerra e di pace di una lunga epoca storica".
Insomma, "era spiazzante l’euroscetticismo trasformato in europresenzialismo", "stravolgere i pronostici invece che seminare nuove illusioni, no allo spirito parolaio, la difesa dei confini dall’immigrazione illegale affidata all’Unione europea più che alla Guardia costiera". "Ma chi è questa zingara andalusa donna madre cristiana", si domanda Ferrara, "che risultava minacciosa per le minoranze identitarie, intrattabile per le varie sinistre, centro di alleanze dubbie, ora che al governo si dice pronta a ogni sacrificio politico in nome della guerra europea all’autocrate del Cremlino e al ricordo, perfino al ricordo, dei totalitarismi del XX secolo, a partire dal cedimento al razzismo del Terzo Reich?".
E se "il percorso del governo della destra è tutto ancora da decifrare", prosegue Ferrara, "questo discorso coi tacchi, invece che con i baffi, per me fa mistero avvolto in un enigma". Conclude l'Elefantino: "Dei miei recenti amici Ztl mi sono fidato, anche se per pura compassione li ho votati, una volta esaurita (ormai da anni) la forza propulsiva del Cav., ma il presepe di Madonna Giorgia non mi ispirava e non mi ispira". Tuttavia, "sorpresa e spiazzamento li devo riconoscere. Avrebbe potuto fare di quell’Aula sorda e grigia un bivacco per i suoi simboli, invece sembrava la presidente del Consiglio scelta dagli elettori".