Bagno di sangue

Orsini e la "mattanza di Natale": "Che cosa temo per la Russia"

"Sarà un Natale di sangue". La profezia, agghiacciante, è di Alessandro Orsini ospite di Bianca Berlinguer a Cartabianca. In collegamento con il talk di Rai 3, l'esperto di geopolitica si mostra più pessimista del solito sugli sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina: "Siamo in una condizione più tragica di quella della scorsa settimana. Si prospetta una bagno di sangue a Kherson. I russi intendono combattere per mantenerla".

Lo snodo cruciale del conflitto è, oggi, a Sud: il governo di Kiev contrattacca per riconquistare la città e dare un colpo mortale all'esercito invasore e al Cremlino, a poche settimane dalla cerimonia per l'annessione dei territori ucraini che verrebbe così clamorosamente smentita dai fatti e dalle armi. Per qualcuno la riscossa ucraina è una buona notizia, non per Orsini: "Sarà una mattanza. C’è il rischio di una escalation nucleare. La mia speranza è che l’Italia avvii un processo politico nuovo verso un cessate il fuoco".

 

 

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Questo dipenderà ovviamente dal nuovo governo di Giorgia Meloni, che promette però continuità con la politica filo-atlantista e filo-ucraina intrapresa da Mario Draghi da febbraio a oggi. Nella maggioranza però aumenta il peso delle posizioni "trattativiste". "Oggi ci vorrebbe uno come Kissinger - sottolinea non a caso Maurizio Gasparri, esponente di Forza Italia in studio dalla Berlinguer -. In passato l’America, oltre ad armare, si impegnava anche nel dialogo".

 

 

 

"La pace si fa in due - commenta Alessandra Moretti del Pd -. Non possiamo dire agli ucraini cosa devono fare. Non è vero che in questi mesi l’Europa ha fatto nulla in termini di pace, pensiamo a quanto fatto da Macron". Marc Innaro, corrispondente Rai da Mosca, sottolinea però come qualcosa sul fronte di Vladimir Putin stia cambiando: "L’operazione militare speciale è diventata un’operazione antiterrorismo. Per Mosca quello di Kiev è un regime terroristico. Ci sono 200mila soldati russi in addestramento. Forse a fine anno la Russia abbasserà il freno a mano che finora aveva tenuto".