Giaguarotto
Otto e Mezzo, Bersani: "Come ne esce la Meloni". Ufficiale: non ha capito niente
Un tuffo rosso nel salottino rossissimo di Otto e Mezzo, dove si fa un gran rosicare nel giorno dell'ascesa di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato. Ad orchestrare i rosicamenti ecco la comandante in capo dell'avamposto progressista, Lilli Gruber, mentre tra gli ospiti nello studiolo di La7 ecco spuntare l'immarcescibile Pierluigi Bersani, il celeberrimo presunto smacchiatore di giaguari. E insomma, ci si aggrappa un po' a quel che resta, ovvero al mistero dei voti incassati da La Russa e al fatto che Forza Italia si sia sfilata dal voto con fragorosa caduta di Silvio Berlusconi. Certo, non il massimo della vita per il centrodestra. Altrettanto certo, davvero poco a cui aggrapparsi.
Ma tant'è, Lilli la rossa chiede a mister giaguari se, da questo voto, Giorgia Meloni ne sia uscita rafforzata. E Bersani, con la sua risposta, dimostra tutto il suo acume politico (eufemismo). "No, io francamente credo di no. Ha fatto un po' il viso dell'arme - ecchellà, ci piazza il proverbio, nda) -, però è vero quel che si diceva: quando comandava Berlusconi li faceva lui, ora che comanda la Meloni li fa la Meloni. Poi è vero che Berlusconi può avere un retrogusto amaro pensando che tutti questi qui, per un verso o per l'altro, li ho fatti tutti io. Quindi non lo so...", ha filosofeggiato l'uomo della non-vittoria del 2013 spiazzando tutti quelli che lo ascoltavano. Già, cos'ha detto? Di sicuro ha detto che no, la Meloni non ne è uscita rafforzata.
Il punto è che un po' per tutti quelli che hanno seguito l'intricata faccenda, la leader FdI da questa convulsa giornata ne è uscita bene, anzi benissimo. In un qualche modo ha disinnescato il trappolone berlusconiano, ha ridimensionato - fatto fuori? - Licia Ronzulli, ha rivendicato la sua centralità e la sua abilità politica. Insomma, lei ne esce assai rafforzata. Semmai non ne esce rafforzato il centrodestra, tutt'altro. Ma per Bersani, le cose non stanno così. Quando la Gruber gli ricorda che "contano i numeri", ecco che riparte la litania: "Ma a ragionare solo coi numeri... sarò troppo pacioso, ma ho capito che a ragionare solo coi numeri e coi rapporti di forza si va poco lontano. Berlusconi può sfilarsi? Non credo. Vedremo tra due mesi, anche Salvini...", conclude Bersani, uno che di sconfitte se ne intende assai. Massì, chissenefrega dei numeri...