Il regista
Rula Jebreal, la sparata di Muccino: "Ha osato toccare il potere bianco"
Gabriele Muccino dalla parte di Rula Jebreal. Senza mai smentirsi, e nonostante il fango gettato su Giorgia Meloni, il regista prende le difese della giornalista. Il riferimento è chiaro: nei giorni scorsi la Jebreal ha attaccato la leader di Fratelli d'Italia, tirando in ballo il padre "criminale". Frasi inopportune, soprattutto se si considera che la Meloni è stata abbandonata dal padre quando aveva un anno e da quando ne ha undici ha chiuso con lui ogni tipo di rapporto. Ecco allora che tutti, Gad Lerner compreso, hanno criticato il commento della giornalista palestinese. Tutti tranne uno, Muccino appunto.
"Forse - cinguetta il 55enne - non era necessario tirare in ballo un padre mai presente nella vita di Meloni, d’accordo, ma Rula Jebreal sta ora subendo un attacco furioso e pretestuoso". Il web non ha perdonato l'uscita della Jebreal, attaccandola e rievocando gli scheletri nell'armadio (come la foto con Weinstein, produttore cinematografico accusato di molestie sessuali).
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Ma non è finita qui. Secondo Muccino quanto sta accadendo altro non è che lo "specchio di un Paese che ha già dimenticato le parole di Giorgia Meloni che parlavano di sostituzione etnica in campagna elettorale riferendosi agli immigrati che ci avrebbero invaso, così come la propaganda fatta sulla pubblicazione di una donna stuprata". E ancora, rincarando la dose: "Gli attacchi a Rula Jebreal odorano di fascismo, di abuso, di prevaricazione su una donna che ha osato toccare il potere bianco laddove per il colore della sua pelle, appena più scuro di un italiano ma anche più chiaro di molti altri italiani, non avrebbe mai dovuto commentare". Risultato? Una pioggia di critiche.