Fango su fango
Formigli oltre ogni limite contro Meloni: "Fin da quando era piccola..."
Corrado Formigli non riesce ad accettare la vittoria di Giorgia Meloni. Al conduttore di PiazzaPulita non basta lo spazio su La7 per criticarla, allora intride di fango le pagine dei settimanali. "Conosco Giorgia Meloni fin da quando era politicamente piccola - premette sulle colonne di Elle -. Ricordo nel 2003 una giovane militante di destra che se la prendeva già col sottoscritto per aver accettato un invito non trasformatosi, a suo dire, in una buona performance". Fin qui niente che non sia un ricordo, almeno fino a quando il giornalista non attacca affermando che "alcune caratteristiche in lei sono sempre le stesse". E conoscendo il personaggio non è difficile capire a quali caratteristiche fa appello.
"Grintosa, irascibile, implacabile con se stessa, secchiona sui dossier, permalosissima, con la battuta pronta e la sindrome d’accerchiamento permanente", la definisce accusandola di perdere le staffe quando le si chiede "un giudizio sul Ventennio e ricordarle il passato fascista dei suoi compagni di partito". Ma entrando nella mente della leader di Fratelli d'Italia, Formigli racconta che "nel 2019, prima delle elezioni europee, la Meloni aveva deciso di mollare. I numeri di FdI erano bassi e lei non vedeva uno spazio". La storia ci ricorda che alla fine non andò così.
E l'impegno l'ha ripagata: "Per questo - prosegue - ha rischiato l’osso del collo, elettoralmente, attaccando in modo esagerato il reddito di cittadinanza: aveva bisogno del plauso di Confindustria e dei ceti ricchi del Nord". Nonostante gli italiani l'abbiano votata democraticamente, Formigli grida ancora la fascismo: "Ora raccoglie i frutti di una campagna elettorale nella quale non ha mitigato affatto la matrice radicale della sua destra. Atlantista, ma non europeista. E, soprattutto, non antifascista. Con lei, la cultura fondatrice della nostra Costituzione muta. Poi verrà il presidenzialismo".