Estremi rimedi
Omnibus, Paolo Mieli: "Mi ha fatto impressione", a cos'è ridotto il Pd
La sconfitta del Partito democratico è sotto gli occhi di tutti, quelli di Paolo Mieli compresi. Eppure qualcosa al giornalista non torna. Ospite di Omnibus nella mattinata di venerdì 30 ottobre, il giornalista non si spiega come mai "tutti gli articoli chiedono lo scioglimento del congresso, mi ha fatto impressione". Nello studio di Alessandra Sardoni su La7 Mieli ricorda che sì il Pd ha perso, però i dem sono intorno al 20 per cento. In sostanza, il partito di Enrico Letta è al secondo posto e alla firma del Corriere della Sera non torna che in molti chiedano misure drastiche. "Si potrebbe trovare una via di mezzo - aggiunge -. Perché sciogliersi e consegnarsi al Movimento 5 Stelle che non sa che farsene?".
Il recupero di consensi è comunque in salita per il Pd, che - a detta del giornalista - ha una ferita non rimarginabile, ossia quella di Matteo Renzi. "È una ferita nascosta ma li condiziona. Il dialogo iniziale con Carlo Calenda fallì anche perché era con Calenda ma non con Renzi". In sostanza, a patto che non venisse tirato dentro il leader di Italia Viva.
"Avvicinarsi alla zona-Renzi li fa scattare. Nessuno dunque ha il coraggio di dire 'non sto con Conte', perché avvicinarsi alla zona-Renzi è una ferita". L'unica soluzione per i dem sarebbe quella di una lontananza Renzi-Calenda, "ma non la vedo probabile, almeno non nell'immediato", precisa poi Mieli prima di concludere: "Non vedo nessuna sponda per coloro che nel Pd si dicono contrari a stare con i grillini".