Lo storico
Controcorrente, Paolo Mieli: "Lo escluderei", il sospetto sul futuro di Meloni
Uno dei temi della vigilia è stata la smentita di Mario Draghi a un retroscena di stampa secondo cui si sarebbe proposto come "garante" di Giorgia Meloni e del prossimo governo. Si dava conto di una sorta di patto tre il premier uscente e la leader FdI, patto grazie al quale l'ex presidente della Bce avrebbe dato rassicurazioni sui mercati e nelle cancellerie internazionali circa l'esecutivo nascente.
Come detto, il tutto è stato smentito da Palazzo Chigi. Ma ovviamente il tema è stato uno dei focus del dibattito politico. Se ne è parlato anche a Controcorrente, il programma condotto da Veronica Gentili su Rete 4 nella sua versione in prima serata. Tra gli ospiti Paolo Mieli, storico ed ex direttore del Corriere della Sera, che su tutta questa vicenda offre un punto di vista sfaccettato, coerente e come sempre interessante.
"Il lavoro su cui si procederà quantomeno nel primo trimestre è "un lavoro già impiantato", premette riferendosi a quel che aspetta da un punto di vista del Pnrr e delle riforme economiche. "Quella che veniva definita la famosa agenda Draghi - riprende - è di fatto un'agenda obbligatoria per qualsiasi partito e credo che Giorgia Meloni e tutta la maggioranza saranno contenti di trovare un lavoro impostato e non doverlo cominciare daccapo all'improvviso. Poi che Mario Draghi si faccia personalmente garante, nel senso che vada in giro per l'Europa a fare pubblicità alla Meloni, tenderei ad escluderlo. Però, è nei fatti la garanzia", conclude Paolo Mieli. Insomma, nessun patto ma un ruolo ben definito, ci permettiamo di fare una sorta di esegesi del suo pensiero.