Il Mazarino della Meloni
Guido Crosetto: "Prepariamoci all'Apocalisse economica"
Se c’è una cosa che gli fa partire l’embolo, è sentirsi una Cassandra alta come un baobab, ignorata in una delle campagne elettorali più inutili della Storia. Guido Crosetto, mentore e cofondatore di Fratelli d’Itala, lo va predicando ai partiti da mesi: “non azzuffatevi tra voi, preparatevi all’apocalisse economica”. Ci siamo. In questi Confindustria, gli economisti (soprattutto, su La Stampa, l’oracolo Nouriel Roubini, studioso del collasso delle economie emergenti) e tutte le proiezioni gli danno ragione. Per chiunque governerà -leggi Giorgia Meloni- sarà durissima.
Caro Crosetto, il G7 mette il tetto al petrolio russo, e l’idea è quella di metterlo anche al gas. Gazprom e Putin minacciano di chiudere i rubinetti. Cosa succederà?
“E’ una minaccia concreta, anche per il gas. Putin farà di tutto per mettere in crisi le economie occidentali, spingendo sui bisogni delle popolazioni. Conta sui danni che fanno all’opinione pubblica i tagli, i razionamenti, l’inflazione che ne deriva. E può contare sul fatto che la sua opinione pubblica, pur devastata dalle sanzioni, essendo molto più abituata alla povertà e alle situazioni estreme rispetto alla nostra, non si lamenta più di tanto”.
Cioè mi sta dicendo che le sanzioni della comunità internazionale contro la Russia sono controproducenti?
“Sto dicendo che i russi sanno soffrire in silenzio, e la vendita del gas a prezzi altissimi li fa sopravvivere, ma alla fine è evidente che le sanzioni stanno facendo malissimo soprattutto a noi. Questo forse, a lungo andare, forse non l’avevano calcolato. E c’è un’altra cosa che non fa bene alla comunità internazionale”.
…La Libia e il ritorno prepotente dei flussi migratori usati come arma politica?
“Esatto. Non è una novità: la Russia incide sui flussi migratori africani, non solo dalla Libia, per destabilizzare i governi europei. E qua ricadiamo nel solito errore degli occidentali –specie della Francia-, quello di aver fatto fuori Gheddafi. La realtà è che c’è carenza di leadership a livello mondiale”.
Be’ uno dotato di leadership ce l’avevamo. Draghi aveva lo standing: piena gestione del Pnrr, aumento del Pil e dell’occupazione, pandemia sconfitta. Cose così. Ora, da presidente del Consiglio uscente e dimezzato, doveva realizzare 22 obbiettivi su 55 in due mesi. Hai voglia ad aver la leadership”...
“Be’, sì, con Draghi noi la leadership ce l’abbiamo ma, onestamente, è stata aiutata, finora del 95% del Parlamento a favore. E, scusa, perché parli al passato? Basta con questa retorica del “Draghi dimezzato attivo solo per gli affari correnti” che avrebbe più difficoltà a negoziare il tetto del gas. Ma dai. Secondo te all’estero si pongono il problema che Draghi fa solo gli affari correnti, ammesso che sappiano cosa siano?”.
Be’, non è probabile che nei nostri ministeri, sapendo che avere che fare con un premier in scadenza, cali le tensioni e si rallenti il lavoro?
“Questa narrazione mi irrita. Draghi finché è Presidente del Consiglio deve dare il massimo. Lo stipendio dei burocrati mica si ferma, e se lo Stato si fermasse ora, be’, sarebbe un attentato alla Costituzione”.
Molti parlano di un’interlocuzione continua, quasi amichevole tra Draghi e Giorgia Meloni; di una continuità di linea, su guerra, energia e debito pubblico. E’ davvero così forte il loro legame?
“E’ molto fantasia giornalistica. Ma indubbiamente i due si stimano grazie all’atteggiamento di coerenza e responsabilità di Giorgia durante la legislatura, pur dell’opposizione e sulla crisi ucraina. C’è un rispetto reciproco dichiarato da entrambi”.
Ma Draghi con la chiusura di molti dossier (vedi Ita) sta togliendo le castagne dal fuoco a una possibile Meloni premier o la sta intralciando (vedi sempre Ita)?
“Il Presidente del Consiglio deve fare sempre quello che ritiene debba essere fatto. E il governo successivo deciderà se continuare su quella strada o cambiare: sull’Ucraina, necessità di gestire bene le risorse Recovery e serietà sui conti pubblici mi pare non ci siano grosse dissonanze con Meloni, per dire. Sulla faccenda Ita ci sono ancora margini di manovra”.
Non ci saranno problemi sulla realizzazione dei programmi dei partiti. Per esempio, sullo scostamento di bilancio (Fdi è contraria come Draghi, Fi e Lega favorevoli)?
“Voglio proprio vederlo, lo scostamento di bilancio. Scostamento che, deciso con queste regole della Bce, consente alla Bce stessa di non comprare più i titoli di Stato. Sarebbe un punto di non ritorno: di cosa stiamo parlando? Altro è invece, trovare il modo per anestetizzare al più presto –ora è già tardi- il carobollette, chiedere al governo un modo, che sia il taglio delle tax expenditures o altro deciso con Ue. In realtà tutte le beghe politiche, rispetto alla crisi, sono insopportabili”.
Questo è un suo refrain da mesi: 120mila posti di lavoro a rischio, aziende che cadono come mosche. La sua non era un’analisi econometrica, ma un film horror
“L’ad della Conad mi diceva, già due mesi fa, che era aumentato del 7% il valore delle vendite ma diminuita del 10% la quantità. L’inflazione sta massacrando il potere di acquisto! La gente, se continua così, pagherà il 20%-25% in più il costo della vita, ma con lo stesso stipendio. Avremo masse inferocite in strada: gli operai che protesteranno assieme agli imprenditori. Io questo l’avevo ululato mesi fa, ma pareva che la questione più urgente fosse quella di andare in vacanza. Ed è molto peggio di come la racconto”.
Ma scusi l’indice di fiducia degli imprenditori di The European House –Ambrosetti non rileva che “per le imprese il peggio sempre essere alle spalle”?
“Macché ha ragione Bonomi (presidente di Confindustria, ndr), è il contrario. Ti faccio un esempio: il titolare di un grande marchio di formaggi mi ha detto che ha smesso l’acquisto di latte: questo ricade sui produttori di latte che, dopo averlo munto, lo buttano, e sugli operai, e sui contadini. Stanno chiudendo le industrie del vetro, del piombo, e i contenitori costano più delle passate di pomodoro. La gente è disperata davvero. E se ne accorgono ora…”.
E tutto nasce dall’Ucraina e dalla crisi energetica. Non fu lei per primo a parlare di razionamenti, di “lockdown energetico”?
“Sì, inascoltato. La situazione è semplice: avremo meno gas e meno energia nel periodo più freddo dell’anno. Dobbiamo ritararci sui consumi, razionare le risorse. Che, detto così, sembra facile, ma in realtà e difficilissimo; ci ha provato il Brasile finché lo Stato non è arrivato a stabilire il taglio per ogni consumatore del 20%, per stare in una bolletta ancora normale, in caso contrario, sarebbe arrivata una mazzata. Cose che comunque si sapevano, non caschiamo dal pero. Del razionamento energetico aveva parlato Macron, e il premier greco l’aveva fatto a marzo sul cap price. A marzo”
Perché l’Europa, sul tetto, è rimasta a guardare?
“Per via di Germania e Olanda –socialdemocratici verdi tedeschi e calendian-macroniani olandesi, per esser precisi- i quali osteggiano il cap price: chi per una ragione chi per un’altra, ci stanno guadagnando alla faccia delle solidarietà europea”.
E come si può rimediare? Ogni partito pare abbia una soluzione diversa: tassare l’extragettito, allargare il credito d’imposta, far pagare le bollette allo Stato (Di Maio).
“Non lo so. Non mi interessa il colore del gatto, basta che prenda il topo. Bisogna partire con più rigassificatori, il nucleare va bene ci vorranno dieci anni per attivarli, le rinnovabili, le trivelle, altri fornitori. Non lo so. Ma una cosa so – e capisco che faccia schifo ai puristi- : in una situazione così drammatica bisogna far slittare il calendario new green deal almeno di 2/3 anni. Si mettano il cuore in pace. Se continua così finirà che a Frans Timmermans (commissario europeo per il clima, ndr) i posteri invece che titolargli strade o piazze gli titoleranno i cimiteri”.
Se FdI arriva il governo, attiverà il rigassificatore di Piombino? Magari dopo aver convinto la popolazione dei vantaggi economici per il territorio ( e il sindaco di Fdl che è contrarissimo)?
“Io non parlo per Fratelli d’Italia. Ma so che Giorgia resta dell’idea che i rigassificatori bisogna farli, non vuole perderci nemmeno un minuto, come ha detto. Poi il dove e il come, si vede. Piombino in particolare, dev’essere capita: è stata una città che ha sofferto ferite storiche a livello ambientale; e mettergli ora il rigassificatore senza sentire le voci del territorio è stato l’ennesimo sfregio, si sono sentiti umiliati...”.