il giornalista
Santoro smonta Letta e Pd: "Comico, il pericolo dei cosacchi agitato da loro"
"Ci andrò a votare, eserciterò il mio diritto come forma di opposizione, ma questo senso di frustrazione resterà intatto". Risponde così Michele Santoro a chi gli chiede se il 25 settembre si presenterà alle urne. Lui, che tenta la via di un campo largo, si dice disilluso: siamo "abbandonati alla periferia della politica, così da non poter interferire con il potere. Umiliati nell'esercizio del nostro diritto fondamentale, espropriati della possibilità di scegliere i nostri rappresentanti, indicati dai partiti senza tenere in alcun conto i territori. Mi sento come se avessi subito un furto in casa". Raggiunto dalla Stampa, il giornalista ed ex conduttore Rai ne ha una per tutte. Enrico Letta compreso.
"Credo che nemmeno lui tra un mese passerà sotto l'Arco di trionfo - ammette per poi lanciare la stoccata -, non si è capito cosa avesse in mente: ha buttato a mare la possibilità di un'alleanza repubblicana e antifascista, rompendo con i 5 stelle, poi non ha dato vita a un progetto politico coerente. È una delle poche cose su cui sono d'accordo con Calenda. E non riesco a capire cosa separi Calenda e Renzi da Letta, se non le diatribe di potere".
Ma lo sfogo di Santoro non finisce qui, tanto da arrivare a una quasi difesa del centrodestra. Sul pericolo di estremismi in caso di vittoria di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, il giornalista tuona: "È comico che ad agitare il pericolo dei cosacchi in piazza San Pietro sia la sinistra, ammesso che questa si possa dire sinistra. Non vedo fascisti alle porte, non credo che Meloni potrà permettersi derive autoritarie: se lo farà, troverà pane per i suoi denti". Per lui infatti la Meloni "sta facendo di tutto per risultare rassicurante, perché ha molto da farsi perdonare, a cominciare dall'esaltazione di Putin fatta in passato. La sua credibilità all'estero è scarsa, le sue convinzioni sono fragili, dettate dalla necessità".