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Montezemolo, la rivelazione su Agnelli: "In lacrime per Schumacher"
Luca Cordero di Montezemolo si racconta e lo fa in una intervista al Corriere in cui spiega alcuni aneddoti che hanno riguardato due grandi della storia dell'automobilismo italiano, Enzo Ferrari e Gianni Agnelli. Montezemolo ricorda l’emozione di Ferrari quando Lauda vinse il Mondiale a Monza, il 7 settembre 1975: "Clay Regazzoni vince il Gran Premio d’Italia, e Lauda è campione del mondo. Telefono a Enzo Ferrari, e intuisco che è commosso. Non l’avevo mai sentito piangere".
Idem per l’Avvocato Agnelli: "8 ottobre 2000. Michael Schumacher sta per conquistare il titolo dopo ventun anni. L’Avvocato mi telefona quando mancano due giri alla fine: 'È fatta, grazie, grazie...'. Io sono superstizioso, e gli dico: 'Avvocato, aspettiamo.... Ma sento che lui, come Ferrari, è commosso. Una volta, a Roma, all’ultimo concerto di Frank Sinatra, ebbi l’impressione che si fosse emozionato, ascoltando My way... Agnelli era Diverso da come lo raccontano".
E qui il racconto si fa più intimo: "Ad esempio era molto italiano. Amava il calcio, le auto. Non era affatto disinteressato al cibo: la prima volta che da ragazzo andai a trovarlo all’Argentario parlammo dell’olio toscano, quando veniva a Roma andavamo a Fregene a mangiare il pesce. Era anche lui un pò superstizioso. Soprattutto, era legatissimo a Torino, al Piemonte. E voleva essere il primo promoter dell’Italia in America, nel mondo". Sull’esperienza alla presidenza della Juventus: "Fu un errore dire di sì. Dopo l’avventura bellissima di Italia ’90, non ne potevo più del calcio, di stadi, partite, arbitri... Ma non potevo rifiutare. E poi l’Avvocato si era infatuato di Maifredi. Era il tempo del Milan di Sacchi, e lui in fondo aveva sempre amato il bel gioco: Sivori, Platini, Maradona, Baggio".