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In Onda, Floris gela Concita e Giannini: "Ombre russe? Complimenti, però..."
E vai con le ombre russe. Concita De Gregorio e David Parenzo cucinano una puntata di In Onda su La7 tutta incentrata sul presunto scoop della Stampa sui contatti tra Antonio Capuano e l'ambasciata russa a Roma nei giorni della crisi di governo. Presunto perché al momento il capo dei servizi segreti Gabrielli ha smentito che dai nostri 007 sia filtrato alcunché, come invece sostenuto dal direttore Massimo Giannini. Siamo, insomma, dalle parti delle veline e dei sentito dire difficilmente dimostrabili. In attesa di conferme più sostanziose, si è messa alacremente in moto la macchina del fango, con la Stampa che si concentra sulla Lega (e Berlusconi) "al soldo di Putin" e Repubblica si dedica alle manganellate a Giorgia Meloni "la fascista". Tutto già visto, in altre elezioni, magari con altri protagonisti e dettagli. Ma il concetto non cambia: saranno due mesi di colpi bassissimi, da sinistra.
In studio a In Onda c'è proprio Giannini, con Concita e Parenzo che lo ascoltano entusiasti. A rompere il quadretto idilliaco ci pensa Giovanni Floris, conduttore di DiMartedì in collegamento con i colleghi di rete. Intendiamoci, Floris non è tenero con Salvini ma disinnesca in poche battute il vero obiettivo di questa campagna: far perdere voti al centrodestra.
"Faccio i miei complimenti a Giannini - premette Floris - ma dal punto di vista del consenso non credo che queste notizie cambino l'orientamento dell'elettorato. Di solito radicalizzano l'atteggiamento: chi non amava Salvini continuerà a non amarlo e chi lo apprezzava avrà altri motivi per apprezzarlo". Nell'imbarazzo generale dello studio, Floris procede imperterrito: "Salvini con la maglietta di Putin, lui che dice 'Sono più tranquillo a Mosca che a Bruxelles' o 'Scambierei due Mattarella per mezzo Putin': che Salvini stia con Putin è un problema suo, non è che ora lo scopriamo. E così non dipende da una telefonata sapere che Berlusconi e Putin passavano le vacanze nella dacia. Ogni elezione - conclude - è costellata di scandali che ci ricordano chi andiamo a votare. Ma gli italiani lo sanno bene. Dal punto di vista del consenso è tutto sul piatto, è un fatto inquietante, ma chi si doveva inquietare si è già inquietato". Con buona pace di Giannini, Concita e Parenzo.