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In Onda, "Carfagna e Gelmini ai festini? Parole orribili". Parenzo stravolge la verità
Il passaggio di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini da Forza Italia ad Azione di Carlo Calenda ha fatto parecchio discutere. Tra i personaggi politici che hanno commentato questa scelta anche il governatore dell'Abruzzo Marco Marsilio di Fratelli d'Italia. Le sue parole a SkyTg24 hanno scatenato una polemica senza precedenti. Lui infatti, riferendosi alle due ministre, ha detto: "Auguri per il loro percorso politico, dopodiché due persone che fino a ieri erano considerate delle poco di buono, frequentatrici dei salotti e dei festini di Arcore oggi sono due nobildonne e due grandi statiste che salvano il mondo e l'Europa dalla cattiva destra sovranista".
Le parole del presidente della regione Abruzzo, però, sono state semplificate da molti titoli in: "Marsilio choc: 'Gelmini e Carfagna dai festini a statiste'". Come se le considerazioni sulle due ex azzurre fossero sue. Marsilio, allora, è intervenuto in un secondo momento per chiarire la sua posizione. In particolare, ha spiegato che lui stava parlando della differenza tra la considerazione che la sinistra avrebbe avuto di Gelmini e Carfagna prima, quando erano in Forza Italia, e della considerazione che invece avrebbe adesso che sono passate con Calenda.
A fraintendere il pensiero di Marsilio è stato anche David Parenzo ieri sera a In Onda su La7. Leggendo un'agenzia, probabilmente, il conduttore del talk serale non si è accorto che le parole del governatore erano un po' diverse. E infatti, commentando la dichiarazione, il giornalista ha detto: "Parole che possiamo dire sono orribili". Il diretto interessato poi si è difeso così: "Denuncerò sempre l'ipocrisia e il doppiopesismo della sinistra che per decenni ha massacrato mediaticamente queste persone e che oggi esprime loro una solidarietà pelosa e interessata solo per fare polemiche strumentali; gli sgangherati e violenti attacchi della sinistra mi hanno stufato. Non permetto di mistificare le mie parole e di inventare casi nella vecchia e tradizionale tattica propagandistica della scuola comunista".
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