Caduta di stile

Marta Fascina insulta Brunetta, "l'ultima cosa che ci aspettava a casa Berlusconi..."

Fausto Carioti

Sarà una campagna elettorale orrenda, da tutte le parti. Ha iniziato toccando il fondo la più improbabile delle protagoniste: Marta Fascina, deputata azzurra alla prima legislatura, unita in nozze simboliche a Silvio Berlusconi. Riservata, di lei non si ricordano interventi politici degni di attenzione, né polemiche particolari. Un modello di compostezza. Fino all'altro giorno. Quando, si presume spinta dall'amore, ha reagito all'addio politico di Renato Brunetta al suo simbolico marito pubblicando una "storia" su Instagram con la scritta «Roma non premia i traditori», di sottofondo alla quale ha messo la canzone di Fabrizio De André "Un Giudice". Quella che fa: «La maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo, fino a dire che un nano è una carogna di sicuro, perché ha il cuore troppo, troppo vicino al buco del culo».

 

 

 

Il livello dell'aggressione è questo. E viene dalla compagna di un uomo che è stato demonizzato come nessun altro dalla sinistra e, a causa della statura, definito «psiconano» da Beppe Grillo e dileggiato in ogni modo dalla satira rossa. L'ultima cosa che ci si aspettava da chi vive accanto a Berlusconi e l'ultima che merita Brunetta. Il quale, quando la Fascina, classe 1990, frequentava le elementari, scriveva programmi elettorali, interventi e disegni di legge per il fondatore di Forza Italia e il suo partito, aiutandoli a vincere elezioni e sconfiggere avversari che lei nemmeno può ricordare.

 

 

 

Poi, dopo 28 anni, capita anche di lasciarsi. È lì che si vede la fibra delle persone. E siccome il ministro è basso, ma di intelligenza e umanità alte, va in televisione e le risponde di soffrire per l'attacco ricevuto, «non tanto per Brunetta, ma per i bambini che non hanno avuto la fortuna di essere alti, belli e che stanno soffrendo e che possono avere in me un esempio, e che dicono "Guardate Brunetta, tappo come è, nano come è, fa il ministro"». Facendo rimediare alla signora una figura piccola piccola. E confermando che il dileggio fisico umilia chi lo fa. Un motivo in più per lasciarlo alla peggiore sinistra.