Al vetriolo

Marta Fascina, il sospetto di Paolo Mieli: "Perché a quel vertice...", cosa non torna

Nel giorno in cui le forze politiche decideranno le sorti di Mario Draghi, è Paolo Mieli a dare una propria versione dei fatti. Per il giornalista il premier rimarrà, ma "l'unica incognita è che Draghi a una certa li mandi tutti a quel Paese". Ai microfoni di Radio24 Mieli non nasconde che "dopo l'estate tutti inizieranno a ragionare sul fatto che questo è un Parlamento sgangherato e reggere gli ultimi sei mesi con la campagna elettorale sarà complesso". 

 

 

In ogni caso per lui c'è più sintonia tra Draghi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di quella che vanno raccontando i giornali: "I due sono stati molto più d'accordo, mentre i 5 Stelle sono ormai sfarinati". E Giuseppe Conte ha pagato un caro prezzo: "Poverino è stato pure ricoverato per intossicazione alimentare, l'avranno avvelenato". Una battuta che cela il sospetto che qualcuno all'interno del Movimento voglia mettere il leader alla porta. Ora come ora comunque i grillini non sanno come muoversi, al punto che la firma del Corriere della Sera non esclude che "nella disperazione votino la fiducia tecnica".

 

 

E ancora: "Per me la strada dei 5 Stelle è finita, neanche il Fatto Quotidiano spende più tante parole visto che è tutto finito in una farsa. Ciò che non è finito in una farsa è Enrico Letta che ieri ha visto Draghi. Il motivo? Letta fa la parte del gigante. C'è un triangolo Letta, Draghi e Mattarella per proseguire". Infine spazio al centrodestra e più in particolare al colloquio a Villa Grande, la villa di Silvio Berlusconi: "Nella foto c'è Marta Fascina, è curioso, buffo, che ci sia lei al centro in una riunione così delicata". Secondo Mieli "ora si cominciano a fare ragionamenti diversi, anche la Meloni è isolata e Salvini pur di non partecipare ad elezioni che farebbero vincere la Meloni, parteciperebbe a un governo con le Brigate rosse".