Il voto si avvicina

Giuliano Ferrara, la profezia: "Centrodestra al governo. Ma con un grande escluso..."

Se il governo Draghi dovesse cadere, "le elezioni politiche non sono più un dramma né un melodramma". Ne è convinto Giuliano Ferrara che nel suo editoriale su Il Foglio, sostiene che "per il sistema politico travolto dalla solita offensiva nullista preelettorale, le cose non sono più buie e intrattabili come una volta, nonostante tutto", quindi ricorda che nel 2018, il 4 marzo, "si produsse un assalto alla baionetta alla democrazia italiana e all'Europa. Sembrava e in parte era una burla tragica, ma l'arma è stata disinnescata, e oggi un governo populista del contratto fondato sulle grottesche ambizioni di leader vocali e laterali, rivoluzionari da balcone e da canotta che nemmeno a Caracas, non sarebbe nemmeno immaginabile".

 

 

Insomma, possiamo dimenticarci il "proposito di distruggere Palazzo Berlaymont" di Dibba, i "rendez-vous con i gilet gialli" e le "gradassate contro le zecche tedesche del Truce". Secondo Ferrara "Berlusconi, popolari, e Meloni, madre cristiana donna e affiliata della Nato, non saranno lasciati a casa per un'ammucchiata di mattoidi alla ricerca dei pieni poteri, stavolta è impossibile tutta quella disinvoltura, e per quanto non sia un panorama rassicurante, tutt'altro, un'eventuale vittoria del centrodestra, bè, sarebbe un'altra storia, lo capisce anche un bambino".

 

 

Certo, osserva Ferrara, "non è sicuro che il centrodestra la spunti, più probabile non la spunti nessuno, e che alla fine la lezione di questa legislatura, trascorsa nel lodevole tentativo, tra le emergenze, di nascondere la popò dell'esperimento populista, con alterni successi, conduca a nuovi esperimenti più o meno trasformisti, cioè regolarmente parlamentari, a meno che gli elettori facciano per una volta la sorpresa di comportarsi con un minimo di serietà". E conclude: "I sistemi alla fine reggono, perché non hanno vere alternative". Certo, "perdere il laconismo e la compostezza indistruttibili di Mario Draghi, uno che ha l'aria di sapere di che cosa parla, sarebbe una beffa, soprattutto in queste brutte circostanze, e speriamo che ci si metta una pezza anche solo per un altro annetto o giù di lì, ma alla commedia non seguirebbe stavolta una mezza tragedia, si spera".