Cruda verità

In Onda, Roberto Castelli stronca lo chef figlio di immigrati: "Cosa le è mancato da ragazzino?"

Durissimo scontro a In Onda, su La7, tra Roberto Castelli della Lega e Luca Neves, chef figlio di immigrati da Capo Verde senza cittadinanza italiana. Si parla di Ius scholae e il clima in studio è ben chiaro, con i conduttori David Parenzo e Concita De Gregorio e gli altri ospiti tutti schierati a favore. 

 

 

 

"Stasera uno contro tutti, ma va bene - esordisce l'ex ministro Castelli -. Si è parlato di Ronald Reagan e pure di razzismo, per giustificare lo Ius scholae. Parenzo lo sa: qual è l'unico parlamentare di colore in Italia? Toni Iwobi della Lega, che è sempre avanti. Ma vorrei ricordare casi concreti. Dati Eurostat del 2019, concessioni alla cittadinanza in Europa: prima la Germania con 132mila concessioni, seconda Italia con 127milam poi dietro Francia, Spagna, Svezia". "Tutte in America Latina", sottolinea Irene Tinagli dallo studio.

"Perché la sinistra vuole lo Ius Scholae": guarda il video di Castelli

Poi Castelli si rivolge direttamente allo chef: "Cosa le è mancato per non aver avuto la cittadinanza da ragazzino? Risposta: niente, ha avuto solo scontri con la burocrazia. Siamo alle solite: la sinistra vorrebbe risolvere il problema della democrazia dando ulteriori diritti? Ma perché? Perché c'è sempre il retropensiero che la sinistra spera di garantirsi un bacino elettorale". "Con i bambini delle elementari?", domanda la Tinagli mostrando indignazione ma fingendo di non capire il punto dell'accusa di Castelli.

 

 


"Pazzia su - replica Neves -, le racconto la mia storia. Sono figlio di due immigrati di Capo Verde, nato in Italia, dalla materna fino al terzo anno di liceo. Poi da lavapiatti sono diventato uno chef, ho una azienda di catering di cucina italiana. So fare una carbonara che gliela farò assaggiare e mi darà subito la cittadinanza". "Ah, anche per merito", esulta Concita. "Scusi ma lei ha diritto alla cittadinanza, cosa c'entra lo Ius Scholae?", domanda Castelli. "Ma da 33 anni non mi arriva nulla, sono andato avanti con permessi di soggiorno. Significa che la legge corrente non funziona".