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Francesca Pascale e Paola Turci, "da etero a gay": com'è scattato il colpo di fulmine
Innanzitutto una considerazione estetica: sono bellissime. Paola Turci, cantante dalla voce grintosa, 57 anni, e Francesca Pascale, ex fidanzata di Berlusconi e, già allora, attivista gay- fece notizia quando nel 2014, nella sua città, Napoli, prese le tessere di Arcigay e GayLib, e successivamente quando invitò Vladimir Luxuria per una cena a Villa San Martino, la tenuta berlusconiana di Arcore -, 36 anni. Ora arriva la notizia che le due bellissime, ciascuna a suo modo protagonista di una vita irregolare e corsara, domani si sposano, con una cerimonia descritta come «intima» e «riservata a pochi invitati» nel comune di Montalcino (Siena), cui seguiranno festeggiamenti nel Castello di Velona, un resort in Val d'Orcia.
UNIONE CIVILE - I giornali pigramente parlano di "nozze", ma naturalmente si tratta di unione civile, insomma la cosiddetta legge Cirinnà, non esistendo nel nostro ordinamento il matrimonio egualitario tra coppie dello stesso sesso. Dunque, Paola e Francesca non saranno legalmente moglie e moglie (o come vorranno chiamarsi) ma, in spirito, sì. Di stare qui a commentare la loro unione civile, ed eventualmente il loro desiderio di arrivare a regolari nozze, ci interessa meno di zero, per citare uno scrittore americano. Ci piace di più mettere in luce le loro personalità, sicuramente fuori dal comune.
Paola Turci la conosciamo da tempo, da quando, nel 1986 si presentò al Festival di Sanremo, rivelando subito le qualità che resteranno sempre inconfondibilmente sue: voce e chitarra, approccio molto frontale, quasi aggressivo, anche nel look, ma temperato da una vocalità molto educata e aggraziata, capace di ruvidità rock ma anche di espansioni melodiche. Aveva ventidue anni, era bella e diversa dalle solite cantanti prefabbricate dalle case discografiche secondo mode molto effimere. Negli Anni 90 divenne anche una star del gossip, per via della sua relazione tempestosa con un altro personaggio dal carattere non proprio docile, il tennista Paolo Canè.
Una relazione "Sturm und Drang" non priva di grandi scenate nei locali pubblici della Costa Smeralda (di cui un'amica ci fornì una minuziosa descrizione e sembrò avesse assistito ai litigi di due attori hollywoodiani dell'epoca d'oro), insomma proprio ciò che il pubblico si attendeva da una coppia formata da talenti belli, ricchi e strafottenti. Nel '93 il terribile incidente autostradale, mentre andava in concerto nel Golfo di Policastro, in Calabria, che le lascerà segni indelebili sul volto. Fu quell'evento a porre fine, nelle sue parole, a un periodo in cui si sentiva «incredibilmente onnipotente». Non nascondiamo che quando la rivedemmo sulle scene, con la cicatrice, rimanemmo abbastanza impressionati.
Il volto già spigoloso ma immacolato della ragazzina grintosa ora era quello profondamente segnato di una sopravvissuta. Una bellezza diversa emerse da quelle cicatrici, più austera. Finita la storia con Canè, un matrimonio con un giornalista radiofonico, da cui è separata nel 2012, attribuzione di una relazione con Gianna Nannini, e la dichiarazione: «Sono lesbica e anche etero. Bisessuale? Chi lo sa. Nelle etichette non c'è evoluzione. Sono quella che sono, se mi piace una donna, sto con una donna». E, come ai tempi delle paparazzate con Canè, è proprio con Francesca Pascale che Paola Turci torna a conquistare le copertine dei giornali, còlte insieme in un tenero bacio in barca.
ROMANZO DI BALZAC - Francesca non è una rocker, come Paola, non è una che parte a testa bassa e vuole tutto, è una che se la studia bene. Fin da quando, nel 2009, approccia Berlusconi e gli passa un bigliettino col suo numero: «Aspetto una tua telefonata». Roba da romanzo di Balzac o, se stona l'anacronismo del telefono, da film di Paul Verhoeven: se il modello di Paola potrebbe essere Janis Joplin, quello di Francesca è proprio Catherine Tramell, il personaggio interpretato da Sharon Stone in Basic Instinct. Bionda, intelligente, astuta, oggetto del desiderio di uomini e donne e, senza essere colpevole di alcunché di grave, comunque pericolosa. Una di quelle donne di cui nessuno può dire mai quale sarà la prossima mossa. Ora sembra essersi sistemata, ma staremo a vedere.