Cortocircuito
Sigfrido Ranucci nel dossier del Pd: "Fatti stravolti", il nuovo dei filo-putiniani
Non c'è pace per Sigfrido Ranucci. Dopo le inchieste legate alla trasmissione da lui condotta, Report, ecco che il giornalista di Rai 3 finisce ancora nel mirino. L'accusa? Essere filo-Putin. Il conduttore è finito nella lunga lista di nomi giunta in Parlamento per mano di Pd e +Europa. Sono stati loro ad aver presentato in conferenza il rapporto "Disinformazione o pluralismo? La guerra contro l'Ucraina, la propaganda del Cremlino e il caso Italia".
La tesi è chiara: a loro dire ci sono personaggi che diffondono "speculazioni e contenuti propagandistici". Non opinioni, ma "falsi miti o ideologie che tendono a sostenere la visione russa". Ecco allora i presunti fan del presidente russo: Alessandro Orsini, Barbara Spinelli, Donatella Di Cesare, il corrispondente Rai da Mosca Marc Innaro, lo storico Franco Cardini. Fin qui nomi già al centro di una pesante polemica. Ma, come ricorda Il Fatto Quotidiano, non mancano le new entry: oltre a Ranucci, ecco che spuntano Valentina Petrini, il giornalista Gian Micalessin, Corrado Augias e Alessandro Barbero. Infine lui, Oliver Stone, colpevole di avere intervistato Vladimir Putin.
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Ma chi c'è davvero dietro la lista di proscrizione? Gli autori sono due organizzazioni indipendenti attive sui temi dei diritti, ossia la Federazione italiana dei diritti umani e la Open dialogue. A portarla a Montecitorio però Lia Quartapelle, Andrea Romano a Riccardo Magi di +Europa. Sempre loro muovono le stesse accuse: "In Italia - spiega Romano - c'è una penetrazione massiccia della disinformazione russa. Il risultato è lo stravolgimento dei fatti e il loro ribaltamento nella versione del Cremlino. L'Italia è diventata il campo per scorribande massicce della disinformazione di Putin".