Aria di complotto
Giorgia Meloni, "faranno di tutto". Cosa teme la sorella Arianna
Una Giorgia Meloni sconosciuta quella raccontata dalla sorella Arianna. Le due, cresciute in simbiosi, sono più unite che mai. Complice la mamma a cui entrambe sono legatissime: "Il vero genio di casa è lei, Anna. Ha 69 anni. È capace di parlarti di tutto, anche della teoria dei Buchi neri di Hawking. Ha scritto 140 romanzi, quasi tutti rosa. Storie belle". A differenza sua, però, le figlie hanno scelto la politica e il successo di Fratelli d'Italia sembra averle ripagate. A differenza di Giorgia, Arianna preferisce rimanere "dietro le quinte": "Io sono un’ansiosa: non mi piace apparire. Ecco perché non mi sono mai candidata, nonostante faccia politica da quando sono ragazza. Ecco, in questo siamo diverse: Giorgia a 28 anni era vicepresidente della Camera; io, a 47, vado in ansia pure per fare questa intervista". Al Foglio, però, sgancia subito una bomba: "Faranno di tutto" per impedire alla sorella di diventare premier. "Tuttavia - aggiunge" - gli italiani ci hanno capito. E ci saranno delle sorprese. Stiamo studiando, come sempre. Giorgia è insuperabile. Ha la sintesi in un cervello rapido, veloce. Ha l'intuito. Fratelli d'Italia è fatta da una generazione che fa politica da 30 anni e che in maniera graduale ha percorso tutti i gradini istituzionali. Siamo pronti".
Al Foglio Arianna svela qualche piccolo segreto, come i tanti scherzi telefonici che le hanno viste protagoniste: "A volte chiamavo io a suo nome. Pronto, sono Giorgia Meloni, e tutti ci credevano. Con Giorgia siamo simbiotiche, è vero. Abbiamo ancora oggi un linguaggio solo nostro. Ci scriviamo e diciamo, in mezzo alla gente, parole inventate per capirci al volo".
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A far parte di Fratelli d'Italia anche il marito di Arianna, Francesco Lollobrigida. E a chi lo accusa di venire aiutato per questo, la sorella di Giorgia replica: "La storia del cognato è una cattiveria. Francesco ha una militanza che tutti conoscono. Ma fra noi parliamo di politica il meno possibile. Lollo, tanto lo chiamate tutti così, e Giorgia con il tempo hanno costruito insieme, e da soli, un rapporto. E lui sta là perché è bravo, credibile, autorevole". L'inizio della militanza? Grazie a Terminator: "Un giorno – conclude – avevo 17 anni, alla fermata della metro San Paolo vidi i ragazzi del Fronte della gioventù che volantinavano. Poi spuntò fuori un certo Terminator, un tipo biondo con i capelli lunghi, che iniziò ad aggredirli insieme ad altri compagni dei centri sociali". Da quel momento il loro impegno è sempre lo stesso.