Linciaggio

Rita Dalla Chiesa difende Meloni? Ricoperta di insulti: "Fascista", "Tuo padre..."

Gianluca Veneziani

È una sorta di proprietà transitiva malata. Se una donna esprime sostegno a una donna (di destra) offesa ripetutamente, merita a sua volta insulti. E se pure quella donna, in un'intervista, ha invitato a deporre le armi dell'odio e a ricondurre lo scontro a una normale dialettica, viene attaccata proprio con messaggi pieni d'odio. È la sorte cui è andata incontro Rita Dalla Chiesa che due giorni fa ha rilasciato a Libero un'intervista sui numerosi improperi ricevuti da Giorgia Meloni, esprimendole solidarietà e provando a spiegare, con moderazione e lucidità, perché la sinistra, in particolare quella al femminile, si accanisca contro la leader di Fdi. Alcuni passaggi di quella chiacchierata sono stati ripresi sui social proprio dalla Meloni, in particolare la dichiarazione in cui la Dalla Chiesa avvertiva: «Della Meloni la sinistra ha paura. Le cattiverie nei suoi confronti sono gratuite ma hanno anche una motivazione politica: la verità è che temono la sua crescita elettorale. Detto questo, andare sul personale è da vigliacchi». Frase introdotta nel post da un ringraziamento di Giorgia alla conduttrice: «Non essendo in grado di confrontarsi con idee e proposte concrete, la sinistra preferisce denigrare l'avversario. Grazie Rita».

 

 

ODIATORI IDIOTI - Tanto è bastato per scatenare le bestie feroci e idiote dei social. Insieme a commenti di sostegno alla Dalla Chiesa e di apprezzamento per le sue parole, al suon di «Grande Rita, degnissima del cognome che porta» e «Che donna, intelligente e perbene», figuravano diversi messaggi aggressivi che niente avevano a che fare con il legittimo dissenso in democrazia, ma, come per la Meloni, andavano sul personale, tirando in ballo la memoria di suo padre, la sua età, la sua carriera, peraltro specchiata, con insulti infamanti e accuse infanganti ma infondate. E, come nel caso della Meloni, spesso gli affondi vigliacchi arrivavano da donne.

Tra le frasi di odiatori e odiatrici alcune chiamavano in causa in modo irriguardoso la figura del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: «Questa (Rita, ndr) fa rivoltare suo padre nella tomba» scriveva Jole Bacigalupi, «Suo padre si starà rivoltando nella tomba. Lui è morto per combattere il malaffare e lei difende un partito con parecchi condannati proprio per malaffare» aggiungeva Silvana Sitta, diffamando sia la Dalla Chiesa che Fdi. E ancora: «Se lei approvala violenza e la cattiveria di questa signora (la Meloni, ndr), di sicuro suo padre si sarebbe vergognato», avvertiva Raffaele Mattera. Per la proprietà transitiva per cui "la Meloni è fascista", anche la Dalla Chiesa diventa poi donna in camicia nera. Reductio ad benitum e ad capocchiam. «Ma la Dalla Chiesa da quando è diventata fascista?» notava Mariangela Erroi. Quindi c'erano le accuse imbecilli relative all'uso di stupefacenti: «Cambia spacciatore, Rita». E le aggressioni verbali legate all'età della Dalla Chiesa (che, tra l'altro, gli anni se li porta alla grande): «Ma sta vecchia scarpa ancora parla? Vomito» riversava melma un utente.

 

Infine le frasi più ignominiose, che riportiamo solo per documentare dove possano arrivare odio, ignoranza e menzogna: «E se lo dice una che si è venduta al mandante dell'omicidio del padre pur di lavorare in tv, c'è da crederci» commentava un certo Gerti Kukaj, «Questa ha campato grazie a Berlusconi e Dell'Utri, che miseria di persona» rincarava la dose un altro.
A queste frasi riprovevoli la Dalla Chiesa replicava con garbo. «Ormai hanno superato ogni limite», diceva riferendosi alla Meloni ma anche a se stessa. «Va bene contestare le idee.
Ma le offese personali, le ingiurie, la cattiveria che certe persone buttano addosso senza capire quanto possano fare del male, dimostrano solo la loro debolezza morale e intellettuale».

DAI CARABINIERI - Poi ai microfoni di Libero aggiungeva: «Sono veramente stanca, ora basta. Queste frasi sono da denuncia e intendo andare dai Carabinieri a farlo. Tra l'altro, mi dicono che assumo certe posizioni per lavorare in tv. Sì, si vede come lavoro, non ho neanche una trasmissione... Io ho solo espresso la solidarietà a una donna di destra, a cui nessuna donna di sinistra aveva manifestato sostegno. E lo rifarei ancora. Del resto nella mia vita io ho difeso anche tante donne di sinistra. Ma se ti azzardi a farlo con la Meloni, allora ti attaccano, diventi "colpevole", una donna di serie B. La verità è che questi individui non sopportano che io sia libera, non legata ad alcun un partito. Parliamo di gente ignorante, sono dei poveracci». Poi aggiunge nel merito: «Quanto ai mandanti dell'omicidio di mio padre, ricordo a chi mi attacca: erano nella Dc, non certo nei partiti attuali». Gli odiatori colpiti e affondati in poche parole, con classe. Ci sarebbe da dire: siamo tutti (e siamo tutte) Rita Dalla Chiesa.