Ad alzo zero
Massimo Cacciari, "non perdo tempo a parlare con mentecatti e deficienti": chi umilia
Massimo Cacciari ne ha le scatole piene di dover rimarcare di non essere filo-putiniano. "Io non esprimo pareri, esprimo dei dati di fatto. Conoscendo le ragioni di questo conflitto non faccio altro che richiamare a queste ragioni la situazione del rapporto tra Ucraina e Russia, la sua storia. E una persona ragionevole non fa altro che richiamare le cause che hanno condotto a questa tragedia. Perché se non si affrontano e non si comprendono le cause, come per una malattia, non si potrà neanche mai trovare la terapia", dice il filosofo in una intervista a Il Giornale. Insomma. Cacciari fa "un discorso di pura razionalità occidentale. Se poi le regole fondamentali della nostra razionalità europeo-occidentale sono andate a ramengo, non c'è modo di intendersi, è evidente. Non c'è modo di intendersi né io intendo discutere con chi ormai ha portato il cervello all'ammasso: non me ne frega niente", tuona. E ancora, quando gli ricordano le accuse piovute contro di lui nonostante il fatto che sia favorevole all'invio di armi a Kiev, ribatte: "Non mi confronto con i mentecatti. Non ho nessun interesse a farlo. Sono troppo vecchio ormai per perdere tempo a discutere con i deficienti".
"È evidente che non c'è nessuna possibilità di dialogo con chi lo rifiuta", prosegue Cacciari. "Come faccio a dialogare con lei se lei lo rifiuta, o se dice che due più due fa cinque, e sbaglio io se dico che fa quattro? Non è che c'è una diversità di opinioni, non è che io dica opinioni. Io dico ragioniamo sulle cause, vediamo se ragionando sulle cause si può anche intravedere una prospettiva di un accordo di pace", sottolinea.
Perché la guerra, conclude Cacciari, "è l'extrema ratio della politica. Qui c'è stato Putin che evidentemente non ha tenuto in nessun conto questa aurea regola e ha combinato un disastro. Ma al disastro combinato da Putin si è risposto come si sta rispondendo...".
Per quanto riguarda "queste liste di proscrizione", conclude Cacciari riferendosi all'inchiesta del Copasir sul partito di Putin in Italia, "sappiamo bene che i servizi fanno il loro mestiere, scopriamo l'acqua calda. In situazioni delicate come queste, i servizi fanno il loro lavoro, vanno a individuare quelli che - secondo loro, con qualche fondamento, con nessun fondamento - danno una mano al nemico. Dovremmo saperne qualcosa della storia dei servizi segreti italiani. Però fanno il loro mestiere".