La spedizione navale
Ammiraglio De Giorgi e la Marina italiana nel Mar Nero: "Basta un errore col radar...". Si rischia la guerra coi russi
La spedizione navale internazionale per proteggere i cargo che portano il grano ucraino è ad altissimo rischio incidente. "Sarebbe indispensabile una tregua fra le parti. Mancando il consenso della Russia e dell'Ucraina, le operazioni non sarebbero fattibili. Il rischio sarebbe quello dell'uso della forza per reagire a un atto o un'intenzione percepita come ostile, anche per eventuali malintesi. Le conseguenze sarebbero imprevedibili negli effetti", tuona l'ammiraglio ed ex capo di Stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi in una intervista a Il Messaggero.
Diverse circostanze infatti potrebbero provocare un incidente. "La Russia dovrebbe impegnarsi a non sfruttare i corridoi sminati per le navi mercantili cariche di grano per fini militari. Eventuali tentativi in tal senso metterebbero in difficoltà la unità di scorta che si troverebbero in mezzo fra le navi russe e la prevedibile reazione ucraina", sottolinea Giuseppe De Giorgi. "Altre situazioni di rischio potrebbero verificarsi in caso di avvicinamenti eccessivi da parte delle unità navali o di attivazione di sistemi radar nei confronti delle navi di scorta".
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La base legale della spedizione "più robusta sarebbe una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu", osserva l'ammiraglio. In questo caso "sarebbe comunque necessario il consenso di Kiev per operare nelle acque territoriali ucraine per lo sminamento e per l'arrivo e la partenza dei convogli scortati. Premessa obbligata sarebbe una tregua fra Russia e Ucraina nell'area marittima e costiera interessata. Senza di essa le operazioni non sono, a mio parere, ipotizzabili". Inoltre, "l'ipotesi di operare senza la piena collaborazione della Turchia sarebbe difficilmente immaginabile, sia perché detiene le chiavi del Bosforo, sia per il suo ruolo storico nel Mar Nero. In più, la Turchia è meglio posizionata rispetto ad altri Paesi della Nato per svolgere un ruolo di mediazione, non avendo partecipato alle sanzioni contro la Russia e avendo comunque ottime relazioni con l'Ucraina".