Palla di vetro
Otto e Mezzo, la profezia di Giovanni Floris su Draghi: "Fino a quando reggerà", è quasi finita
Non solo guerra. A Otto e Mezzo si parla anche del governo e delle prospettive di "sopravvivenza" di Mario Draghi a Palazzo Chigi. A dire la sua, ospite di Lilli Gruber nel salottino di La7, ecco Giovanni Floris, il conduttore di DiMartedì, al quale la padrona di casa chiede appunto una previsione sul futuro di Draghi premier.
"È difficile prevedere cosa succederà. Una delle caratteristiche di tutte le critiche a Mario Draghi, è che sono delle critiche fatte da seduti. C'è un governo che deve fare il lavoro suo e intanto noi andiamo a elezioni e ognuno dice la cosa che fa più comodo al proprio elettorato", premette Floris.
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Dunque, arricchisce il suo ragionamento: "Se noi avevamo nel 2000 una dipendenza del 20% dell'energia dalla Russia e arriviamo nel 2014 col 40%, ci sono 14 anni in cui questa dipendenza è raddoppiata, per alcuni rapporti che hanno privilegiato le forniture dalla Russia, negli anni di governo di Berlusconi".
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E ancora: "La caratteristica di questa classe dirigente è il pensare che la struttura possa essere vaporizzata da una parola. Se hai un determinato rapporto con Putin, quel rapporto rimane, anche se fa una mossa terribile e sbagliata come l'invasione dell'Ucraina. Quello con cui ha a che fare Draghi in questo momento è di nuovo l'idea che la politica possa essere fatta da parte della sua maggioranza con le parole. Pensiamo alla riforma del catasto - sottolinea il giornalista -: oggi c'è chi paga più di quel che dovrebbe e chi invece paga meno. La preoccupazione della maggioranza è saltare sul dato di fatto e andare a dire che è ingiusto pagare più tasse. Questo è il motivo per cui Draghi è arrivato. Se dovessi fare una previsione... reggerà? Secondo me fino all'autunno sì, poi vediamo", conclude Giovanni Floris. La profezia non è chiara, ma chiarissima...
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