In prima linea
Battaglione Azov, Ilya Samoilenko: amputato, cosa fa mettere al posto del braccio per sterminare i russi
Sui social girano le foto di Ilya Samoilenko, responsabile dell'intelligence del Battaglione Azov ancora asserragliato nel bunker delle acciaierie Azovstal a Mariupol. E'è il "Terminator" dei soldati ucraini considerati dai russi "nazisti" da sterminare. Anzi, per dirla con le parole degli alleati ceceni guidati dal "macellaio" Kadyrov, da "sgozzare uno a uno". Braccio destro amputato, sostituito da una protesi in titanio con uncino al posto della mano, utile anche come appoggio ergonomico per le mitragliatrici durante le operazioni in prima linea sul fronte. E c'è chi giura che anche un occhio sia artificiale. Entrambi, il braccio e la pupilla, sono stati persi durante la guerra in Donbass che va avanti dal 2014, immolati nel nome della lotta senza confini ai russi.
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Domenica Samoilenko ha parlato, annuncio come il Battaglione non abbia alcuna intenzione di arrendersi. "Il nostro morale è ancora alto. Tutto il mondo ci guarda" perché "siamo diventati il simbolo della resistenza armata" e per questo "combatteremo fino alla fine, non possiamo arrenderci". La resa, ha ammesso, "sarebbe un grande regalo per il nemico".
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"Il 95% dei soldati evacuati all'ospedale da campo Azovstal è sopravvissuto grazie all'abilità dei medici, ma ora stanno ancora morendo per mancanza di farmaci e condizioni adeguate", ha sottolineato ancora Samoilenko. "Grazie ai medici sono vivi, ma per quanto tempo?", si è chiesto Samoilenko, spiegando che la maggior parte dei combattenti "ha la possibilità di mantenere il contatto con le proprie famiglie. Siamo felici per il loro supporto e la dimostrazione del loro amore per noi. Un giorno ci incontreremo con le nostre famiglie e i nostri amici e festeggeremo insieme la vittoria, ma dobbiamo ancora combattere per ottenere la vittoria".
Difendere Mariupol, ha concluso, è "un dovere" per il reggimento Azov. "Si può combattere in due modi: come si può e come si deve. Noi difenderemo Mariupol come dobbiamo. Abbiamo ancora l'acqua, abbiamo ancora munizioni e combatteremo fino a che non riusciremo a cambiare questa situazione".