In cattedra

Toni Capuozzo, "che ruolo deve giocare l'Italia": schiaffo a Mario Draghi, il premier ci condanna?

Ospite di Quarta Repubblica nella puntata di lunedì 2 maggio su Rete 4, Toni Capuozzo. Il giornalista è stato chiamato a commentare la polemica che ha travolto Zona Bianca a causa dell'intervista di Giuseppe Brindisi a Sergej Lavrov. Qui il ministro degli Esteri russo ha paragonato Volodymyr Zelensky a Hitler, perché a suo dire anche il dittatore avrebbe origine ebraiche. Pura follia, eppure Capuozzo ha ricordato che "l'antisemitismo è una parte comune di quella parte de mondo slavo" e quindi non c'è da stupirsi.

 

 

Sull'intervista al fedelissimo di Vladimir Putin tv e non solo si divide: da una parte chi condanna fermamente Mediaset, dall'altra chi invece sostiene che l'Italia debba tentare la via della trattative. Tra questi lo stesso Capuozzo: "Ero favorevole - ha ammesso al conduttore lanciando una chiara frecciata a Mario Draghi e Luigi Di Maio - al fatto che l’Italia giocasse un ruolo di mediazione, che è un ruolo che le si addice". Non per questo i suoi dubbi spariscono.

 

 

L'ex vicedirettore del Tg5 era stato anche lui nell'occhio del ciclone qualche settimana fa con l'accusa di dubitare della strage di Bucha. Sul caso è arrivata però l'ennesima precisazione: "Molti di questi morti sarebbero stati uccisi da bombe a grappolo, le mie perplessità erano sui morti per strada". Per lui la riprova sarebbe il calendario e i vari tristi episodi: "Il 30 i russi si ritirano e abbandonano Bucha. Il primo arriva una squadra speciale della polizia chiamato 'Safari' per bonificare gli ordigni inesplosi, dare la caccia ai sabotatori e punire i collaborazionisti. Il 2 cominciano ad esserci le prime immagini dei morti per strada". Gli interrogativi di Capuozzo sono dunque sulle vittime ritrovate per le strade e non quelle nelle fosse comuni.