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Battaglione Azov, "ecco chi ospitiamo nella tv italiana": la moglie del soldato, nuda
"Questa ieri da Vespa una delle mogli di Azov in lacrime". Dividono i commentatori italiane le donne dei soldati del Battaglione Azov, asserragliati da settimane nei bunker delle acciaierie Azovstal a Mariupol, protagonisti di una sanguinosa resistenza contro i soldati russi e ceceni. Una resistenza di cui sono diventati il simbolo e che inevitabilmente ha scatenato le polemiche in concomitanza con il 25 aprile italiano. Loro, "i partigiani", sono anche accusati di essere una milizia dichiaratamente neonazista, resasi protagonista della brutale guerra nel Donbass contro i filorussi iniziata nel 2014. Un bel cortocircuito: si sono ritrovati contro, in Italia, la sinistra radicale che fa dell'anti-fascismo la sua unica ragion d'essere, da un lato, e le frange filo-Putin di casa nostra.
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Su Twitter, non mancano i commenti (e spesso gli insulti) di coloro che contestano alla tv italiana la scelta di dare voce a quelle donne, da Bruno Vespa a Porta a porta su Rai1 a Myrta Merlino a L'aria che tira su La7. In tv sono sfilate, per esempio, Kateryna Prokopenko, 27 anni, illustratrice e moglie di Denis Prokopenko, il comandante del reggimento Azov, e Yulya Fedosiuk, 29 anni, ex assistente di un parlamentare del partito di Zelensky, compagna di Arseniy. In lacrime, disperate, hanno cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica italiana restia a fornire armi alla resistenza ucraina, nel timore che la guerra degeneri in conflitto mondiale. Qualcuno pubblica un collage di foto in cui una compagna di uno dei capi del Battaglione, modella, posa nuda ("Vende i suoi scatti senza veli per finanziare la battaglia dei neonazisti", è l'accusa riportata dal meme).
Chef Rubio, diventato famoso in tv per i programmi di cucina trucida e bollato come anti-semita una volta folgorato sulla via della Palestina, è altrettanto duro. Riporta un passaggio delle interviste delle Lady Azov ("I nostri uomini non sono dei neonazisti". "Potremmo non rivederli, ma è un sacrificio per l'Ucraina. Se difendere il proprio Paese significa essere nazionalisti, allora sì. Ma nazista no. Nel reggimento ci sono anche ebrei. Nazista è l'espansionismo di Putin") e commenta, caustico: "Nel reggimento ci sono anche ebrei”. E quindi? L’ebraismo non è né una razza, né un popolo bensì un credo religioso e i nazisti purtroppo ci sono in tutte le religioni. Da 74 anni lo 'Stato' ebraico israeliano nel nome del sionismo, usando l’ebraismo, ha persino fatto peggio".
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