Critico

Vittorio Sgarbi, "quel che penso di Andrea Scanzi": nessun insulto ma l'umiliazione più profonda. Nel video, così

"Quel che penso di Scanzi", scrive Vittorio Sgarbi in un post pubblicato sul suo profilo Twitter che rimanda ad un video-messaggio diffuso su Youtube. E uno si aspetta chissà quali insulti o massacro verbale e invece, "niente". Il critico d'arte infatti comincia a ripetere: "Capitolo Scanzi". E sta zitto. E ancora: "Capitolo Scanzi", e di nuovo zitto. Infine dice: "Niente". E con aria rassegnata chiude il video-messaggio.

 

 

Solo una settimana fa, il primo aprile, Sgarbi ha segnato l'ennesima vittoria contro il giornalista de Il Fatto quotidiano. Il gip del Tribunale di Macerata ha infatti respinto la querela di Andrea Scanzi contro il parlamentare. Nel mirino, spiega il suo ufficio stampa, alcune dichiarazioni all'interno di due video postati sul proprio profilo Facebook in data 11 e il 12 maggio 2020. "Queste ha deciso non sono punibili perché pronunciate ‘in stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui’ (e cioè dello Scanzi)".

 

 

Accolte dunque le tesi della difesa, rappresentata dall’avvocato Giampaolo Cicconi. Nel dettaglio le frasi recitavano così: "Scanzi sarebbe abituato a pratiche sadomaso, contento a prenderlo nel c**o da Conte, bravo solo a leccare". E ancora: "Scanzi è un fascistello, fascista, faccia di m**a, cervellino sifilitico, povero demente, capretta molesta". Questa volta Sgarbi è stato zitto. E forse ha colpito di più.