L'analisi
Vincenzo Meleca, il capitano demolisce Joe Biden: tank in Ucraina, perché sarà un clamoroso fallimento
Sull'arrivo di armi pesanti di provenienza occidentale, come i veicoli corazzati, agli ucraini abbiamo intervistato il capitano in congedo Vincenzo Meleca, già comandante carrista nell'Esercito Italiano.
Quanto è importante l'annuncio dell'arrivo in Ucraina di mezzi corazzati?
«La fornitura di carri armati e veicoli blindati può migliorare la capacità di resistenza dell'Ucraina. Ripensiamo alla visita del presidente americano Joe Biden in Polonia lo scorso 26 marzo. Forse fra gli scopi c'era già verificare la possibilità di rigirare all'Ucraina carri o blindati d'origine russo-sovietica ancora posseduti da Paesi Nato dell'Est come la stessa Polonia, ma anche Romania, Bulgaria, eccetera. Già la Germania autorizza la Cechia a dare all'Ucraina 56 veicoli corazzati da fanteria, che non sono veri carri da battaglia, PBV 501, versione modernizzata di BMP-1 ex-sovietici della Germania Est. Cingolati con 40 anni sulle spalle, ma ancora utili. Quanto ai tank, come sono stati definiti, che secondo il New York Times gli americani compreranno dai Paesi dell'Est per darli agli ucraini, non sappiamo quanti saranno veri carri da battaglia o meri veicoli da fanteria. Mi lascia perplesso l'accenno del Nyt al fatto che "tali carri garantiranno artiglieria a lunga gittata". Ma allora non sarebbero veri tank, bensì semoventi d'artiglieria, con cannoni che colpiscono a 20-30 km di distanza».
Ma serviranno davvero carri così datati?
«Il presupposto è dare a Kiev mezzi di origine russo-sovietica perché sono quelli per cui gli ucraini non abbisognano d'addestramento. Ne conoscono già comandi ed equipaggiamenti. Certo, sarebbero veicoli antiquati, sebbene ancora efficienti. Nessuna indicazione è data sulla quantità, ma ipotizziamo che in totale siano 150-200 tank. Sarebbe una quantità di tutto rispetto. Forse due reggimenti? Una compagnia carri è costituita da 16 mezzi, un battaglione carri da 50 e un reggimento carri s' aggira sui 110 tank».
Dove risulterebbero più utili?
«Sarebbero efficaci in contesti urbani, cioè tra gli edifici, come mezzi difensivi, più che offensivi. In tale scacchiere, il divario fra carri vecchi e carri moderni, in termini di raggio d'azione delle armi e dei sensori, si riduce. Fra le case non ci sono grandi spazi aperti e si combatte su distanze ravvicinate. Un carro vecchio può avvalersi anche di semplici mirini ottici, che può usare anche il capocarro, e non solo il cannoniere, assicurando un tiro efficace fino a 700 metri contro bersagli come un altro carro, un veicolo generico o un assembramento di truppe. Non si sa se gli Usaci metteranno i soldi e poi saranno polacchi o slovacchi a consegnarli alla frontiera, o se anche il trasporto incomberà sugli americani. Certo, se entreranno in territorio ucraino convogli ferroviari carichi di mezzi corazzati, saranno un bersaglio per aerei e missili russi».
Intanto l'Australia ha annunciato di voler fornire a Kiev le sue autoblindo Bushmaster.
«La consegna annunciata dall'Australia di blindo ruotati Bushmaster mi sembra più una boutade politica che una cosa concreta. Ciò a causa dell'enorme distanza per consegnarli. Se portati per via aerea con velivoli C-17, teniamo conto che per ogni volo si trasportano solo 4 blindo. Sono voli molto lunghi, non potrebbero passare sulla Cina o su altri Paesi amici della Russia. Viceversa mi sembra molto interessante un'altra notizia che è passata sotto tono...».
Ci dica...
«La Gran Bretagna ha annunciato che intende fornire all'Ucraina missili antinave di tipo imprecisato. È molto importante perché può tenere alla larga le navi russe dalla costa sul Mar Nero, specie da Odessa. E non divulgando il tipo di arma, non si sa quale ne sia la gittata, e dunque la distanza di sicurezza. Ma è anche vero che simili armi necessitano di alcune settimane di addestramento, se sono armi occidentali a cui gli ucraini non sono abituati».
E riguardo alle forniture americane di maschere antigas e tute di protezione biochimica, cosa ne pensa? I russi potrebbero usare armi biochimiche?
«Lo escluderei, i russi devono già difendersi dalle accuse di usare bombe al fosforo, non hanno bisogno di aggiungere armi chimiche. La guerra continuerà finchè Putin non riterrà d'aver raggiunto obbiettivi che non conosciamo. Possiamo solo ipotizzarli nel Donbass o nella fascia costiera. Putin va avanti perché non gliene frega niente del tempo, che lavora in favore della Russia».