Sposalizio simbolico
Silvio Berlusconi e Marta Fascina, cosa cambia per il patrimonio: il nodo dell'eredità dopo le non-nozze
Quasi matrimonio, sposalizio simbolico, nozze-non nozze, dell'amore e scambio di promesse. L'hanno chiamata in mille modi - i maligni non hanno esitato a liquidarla come farsa - la cerimonia che ieri si è svolta nella piccola cappella di villa Gernetto, a Lesmo, in Brianza. C'era la sposa Marta Fascina, 32 anni, stretta nel suo abito bianco firmato Antonio Riva, lo sposo Silvio Berlusconi, 85 anni, in blu Armani.
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C'era la parata di macchinoni e la passerella di belle donne con i loro abiti fruscianti e la scia di profumi buoni. C'è stato lo scambio di promesse di amore eterno e di doni (per lei un solitario che certamente è più eterno di ogni promessa). C'erano i figli del Cav (tutti tranne Piersilvio, ufficialmente assente per paura del Covid) i nipotini, la famiglia della sposa, gli amici di sempre e alcuni politici di Forza Italia. Il sottofondo di canzoni napoletane, il menu a tre stelle del ristorante "da Vittorio" e la torta a tre piani. Insomma, scene da un matrimonio che però apre scenari completamente diversi rispetto alle nozze vere. Perché se gli ingredienti c'erano tutti, mancava la sostanza.
LA DELEGA
«Senza un celebrante delegato dal sindaco, questa cerimonia resta solo una bella festa che non ha alcun effetto da un punto di vista legale e quindi ereditario», spiegano Teresa Devercelli e Antonella Izzo, avvocatesse matrimonialiste dello studio Bsva di Milano. Giurarsi fedeltà, dichiarare di voler dividere la propria vita con un'altra persona, seppur davanti a una sessantina di ospiti, non ha alcuna conseguenza e non potrà incidere in alcun modo sull'eventuale spartizione del patrimonio. Devercelli e Izzo sono chiarissime: «È solo una festa e basta. Se la coppia ha registrato la convivenza, in caso di morte del proprietario, all'altro spetta al massimo la residenza nella casa comune per un periodo che va dai due ai cinque anni. La convivenza di per sé non garantisce alcun diritto successorio».
NON S'HA DA FARE
Se il matrimonio fosse stato "vero" Marta Fascina in Berlusconi sarebbe entrata di diritto nell'asse ereditario con una quota di legittima pari a un quarto del patrimonio quantificato in oltre sei miliardi di euro. Riecheggia il "questo matrimonio non s' ha da fare" di manzoniana memoria dietro il muro che nei mesi scorsi i figli hanno alzato contro il "sì" del papà. Le nozze avrebbero eroso un pezzo consistente della loro eredità. E allora va bene la festa, l'abito bianco da ammirare, il brillante da sfoggiare, la torta di Vittorio da gustare tutti insieme, ma la torta ereditaria, quella no. «I cinque figli del Cavaliere non dovranno spartire la legittima con nessun altro. A loro andranno i due terzi del patrimonio. Resta la "disponibile" che è la quota che Berlusconi può decidere di lasciare a chi vuole nel suo testamento, anche alla stessa Fascina. Ma la parte che spetta di diritto ai discendenti diretti in questo modo è intoccabile», spiegano le esperte.
LE "CARE" EX
È possibile che la coppia abbia fatto degli accordi pre -matrimoniali? Anzi, pre-non matrimonio? «No, perché in Italia questi patti non hanno alcun valore. Possono aver concluso un accordo di convivenza che regola i rapporti quotidiani, anche economici, ma non intacca l'asse ereditario», chiariscono Devercelli e Izzo. Dopo aver liquidato Francesca Pascale con una buonuscita di 20 milioni più un assegno di un milione l'anno e una villa in Brianza (spiccioli rispetto al milione e mezzo al mese che il Cav versava a sua moglie Veronica Lario), Berlusconi potrebbe aver già deciso di fare dei regali alla sua non-sposa. «Potrebbe averle fatto delle promesse, oppure aver già stabilito di donarle tutto quello che può senza intaccare la quota di legittima che i figli hanno "blindato" opponendosi alle nozze.
Gli eredi legittimi, infatti, non possono impedire i gesti di liberalità del padre finché questi è in vita. Potrebbero, se tali disposizioni ledessero la quota di legittima, impugnarli dopo l'apertura del testamento», spiegano le avvocatesse. In sintesi, la cerimonia di ieri è stata un compromesso tra il desiderio degli sposi di celebrare il loro amore e l'esigenza dei figli di non dividere con altri l'impero economico del padre. E così ieri Marina, Barbara, Eleonora e Luigi hanno brindato sereni alle nozze-non nozze. Il matrimonio si è celebrato, ma l'eredità è salva.