Il senatore
In Onda, la confessione di Pier Ferdinando Casini: "Abbiamo chiuso gli occhi. Anche io ho pensato che Putin..."
Pier Ferdinando Casini è stato ospite nello studio di La7 di In Onda, la trasmissione condotta da Concita De Gregorio e David Parenzo. Il senatore è stato lucido quanto onesto nelle sue analisi e anche nel “mea culpa” su Vladimir Putin: “Bisogna essere sinceri tra noi, altrimenti facciamo una mistificazione generale. Su Putin abbiamo preso un abbaglio collettivo. Vero che c’era chi diceva che fosse il più grande statista del mondo, ma anche chi come me non ha detto sciocchezze del genere ha pensato che Putin potesse accontentarsi della Crimea”.
Per Casini si tratta di un “errore clamoroso” di tutto l’Occidente, che non ha visto i segnali che arrivavano: “Poi si è preso il Donbass, ora vuole l’Ucraina. Quest’ultima dovrebbe arrendersi? E così arriverebbe il turno di Moldavia, Lituania, paesi baltici? Dobbiamo rivedere la nostra idea di Putin”. Secondo il senatore “abbiamo chiuso gli occhi” in troppi casi che potevano evidenziare la pericolosità della Russia: “Li abbiamo chiusi quando ha provato ad ammazzare Navalny e in tante altre situazioni. La cosa grave, di cui noi politici siamo responsabili, è che in 20 anni la nostra dipendenza dal gas russo è cresciuta in maniera abnorme”.
Leggi anche: Alexander Dugin, "la guerra è contro l'egemonia occidentale": le teorie estreme dell'ideologo di Vladimir Putin
Poi Casini ha sostenuto che Putin ha “sbagliato i calcoli” per un motivo ben preciso: “La sua azione ha unificato tutti. Ha risvegliato la Nato che secondo Macron era cerebralmente morta, ha risvegliato l’unità dell’Europa spingendo paesi come la Polonia che respingevano i profughi ad accettarne milioni dall’Ucraina, ha rinvigorito il rapporto Usa-Europa”.