Trappola mortale
Kiev, caccia a Volodymyr Zelensky palazzo per palazzo: il testimone oculare racconta l'orrore più grande
"La guerra da oggi è a Kiev". I russi hanno sfondato da Nord e sono cominciati i bombardamenti sulla capitale dell'Ucraina. E Claudio Locatelli, inviato di La7, racconta a L'aria che tira come l'aria sia cambiata nel breve volgere di poche ore. Finita "l'attesa" infinita, al diciottesimo giorno di invasione l'Armata rossa ha sferrato i primi attacchi al cuore del Paese, con un solo obiettivo: prendere Volodymyr Zelensky, il presidente capo della resistenza. Per farlo, vale tutto: si comincia con i bombardamenti su obiettivi civili, perché di punti militari e di infrastrutture strategiche, nella metropoli, di fatto non ce ne sono. Quando l'esercito arriverà al palazzo del presidente e a piazza Maidan?
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Non è dato saperlo, ma l'impressione è che il coltello russo ora stia affondando nella carne dello Stato ucraino. Di fatto, è partito il conto alla rovescia, visto che anche a Est e a Sud, da Kharkiv a Mariupol e Milolayv, le notizie dal fronte riferiscono di una improvvisa accelerazione delle truppe russe dopo 48 ore di relativo stallo. La manovra è chiara: convergere verso Kiev, far collassare le difese, puntare dritto a Zelensky.
"La guerra da oggi è dentro Kiev". La testimonianza di Locatelli a L'aria che tira | VIDEO
"Questo è l'edificio colpito questa mattina, sono morte 2 persone. Qua siamo in centro città - sottolinea Locatelli in collegamento con Myrta Merlino -. I combattimenti sono entrati in città. Non è un gioco... ditelo alla famiglia di Brent Renaud che è tutta una montatura", incalza commosso l'inviato. Il riferimento è alla morte del fotoreporter americano a Irpin, poche ore prima, il primo giornalista vittima di questa guerra, e alle folli teorie complottiate che spopolano anche sui social italiani.