Il sociologo
Ucraina, Domenico De Masi: "Putin? Troppo facile dire che è pazzo, cosa ci ha portato alle soglie del baratro"
Dire che Vladimir Putin è un pazzo è troppo facile e non aiuta a comprendere a fondo ciò che sta accadendo in Ucraina. Ne è convinto il sociologo Domenico De Masi, che in un articolo sul Fatto Quotidiano ha scritto: "Se nel nostro mondo fosse pazzo solo Putin, tutti gli altri se ne sarebbero già disfatti e avrebbero smantellato l’intero arsenale atomico, anzi non lo avrebbero mai creato". In realtà, secondo lo studioso, di pazzi ce ne sono molti di più e a loro "va a sommarsi la percentuale non meno cospicua degli imbecilli".
Masi sostiene che l'unico modo per evitare una guerra nucleare sia quello di attuare dei cambiamenti: "Occorre pianificare nuovi rapporti geopolitici dell’Europa, tali da metterci a riparo costante dalla soluzione finale che stiamo costeggiando in questi giorni". Secondo lui, quindi, va modificata la concezione secondo cui "la Russia rappresenta un corpo strutturalmente, storicamente, culturalmente, economicamente, politicamente estraneo all’Europa e, quindi, da osteggiare o almeno da isolare". Il sociologo ha spiegato che tutto sarebbe cambiato con la rivoluzione bolscevica del 1917: "Gli atteggiamenti degli europei si sono polarizzati tra simpatia verso l’Unione Sovietica da parte delle sinistre, e ostilità da parte delle destre".
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Inoltre, secondo Masi, esserci schierati con gli Stati Uniti sia durante che dopo la Guerra Fredda avrebbe solo peggiorato le cose. Le opzioni a nostra disposizione sarebbero state due: "Una ricomposizione sinergica o un conflitto senza fondo. Avere scelto questa seconda alternativa ci ha portato inevitabilmente alle soglie del baratro che l’umanità non aveva mai sfiorato prima".