Il caso
Marc Innaro silurato dalla Rai? "Cosa è arrivato a dire su Putin e la Russia": rivolta nel servizio pubblico
Marc Innaro è il corrispondente Rai che si trova a Mosca ormai da tre lustri e che nelle prime ore dell’invasione russa in Ucraina si è reso protagonista di due interventi che hanno sollevato parecchie polemiche, soprattutto a livello politico. In uno Speciale del Tg2, Innaro ha infatti sostenuto che “basta guardare la cartina geografica per capire che, negli ultimi 30 anni, chi si è allargato non è stata la Russia, ma la Nato”.
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Affermazione parziale, che trascura un “dettaglio” decisivo, ovvero che l’espansione della Nato è avvenuta per libera adesione e non con la guerra. Lo stesso direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, ha preso le distanze ma non è bastato per evitare le polemiche e soprattutto un approfondimento in Vigilanza Rai. Poi Innaro al Tg1 ha però accreditato la tesi di Vladimir Putin della fuga del presidente ucraino Zelensky a Leopoli, rivelatasi una fake news.
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Anche in questo caso le reazioni politiche non sono tardate ad arrivare, soprattutto dalle parti del Pd: “In un momento in cui la propaganda russa agisce in modo pervasivo - sono intervenuti dal Nazareno - è inammissibile che vi siano spazi di cedimento nel servizio pubblico. Un conto è la libertà di espressione dei giornalisti, un altro farsi megafono di una parte”. Toccherà all’ad Fuortes decidere cosa fare: i corrispondenti dipendono dall’azienda e non dalle testate.
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