A Non è l'Arena

Non è l'Arena, il generale Camporini: "Sull'Ucraina sono pessimista, se il combattimento diventa urbano è la fine"

"Sono pessimista.": il generale Vincenzo Camporini, responsabile Siucrezza e difesa di Azione, si è detto piuttosto preoccupato per la situazione in Ucraina, dove ormai si combatte da cinque giorni contro il nemico russo. Ospite di Massimo Giletti a Non è l'Arena su La7, ha parlato degli scenari possibili per lo zar d'ora in avanti: "Se l'intenzione di Putin è di chiedere a Zelensky la resa, Zelensky dirà di no. E allora l'unica alternativa per Putin, a meno che non decida di perdere la faccia dicendo 'scusate, ho scherzato', è quella di andare avanti coi combattimenti che questa volta avverrebbero casa per casa, sia a Kiev che nelle altre città". 

 

 

 

Ed è proprio questa la preoccupazione più grande del generale, secondo il quale un conflitto che avviene casa per casa, prendendo con la forza i cittadini "ribelli", finirebbe con l'avere delle conseguenze drastiche: "Il combattimento urbano è terribile, più di quanto si possa immaginare, è l'incubo di tutti i militari, le imboscate possono accadere a ogni angolo", ha sottolineato Camporini, ponendo l'accento sull'effetto sorpresa. 

 

 

 

Secondo il generale, un combattimento di questo tipo potrebbe pure portare delle soddisfazioni al leader russo, ma a un prezzo molto elevato, con migliaia di morti e città rase al solo: "Una battaglia del genere la si può vincere, ma a quale costo? È un'alternativa drammatica".